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La disarmonia tra i poteri apre spazi ai populisti, dice Lavareda alla CNN


Nelle interviste della CNN questa settimana, il politologo e presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto di ricerca sociale, politica ed economica (Ipespe), Antonio Lavareda, ha sottolineato uno dei principali fattori di conflitto nella politica brasiliana: la disarmonia tra i poteri.

“Il secondo articolo della Costituzione brasiliana parla della necessità di armonia tra i Poteri. Indipendenza e armonia tra i poteri. Oggi non abbiamo l’indipendenza propriamente detta e infatti è molto difficile per chiunque riconoscere che esiste armonia tra i Poteri della Repubblica”, ha detto Lavareda a CNN.

“Non possiamo continuare con questo modello di lotta tra cane e gatto o tra gatto e topo. Ogni mese abbiamo una nuova crisi tra le Potenze”.

Lavareda riassume la complessità di questi conflitti descrivendo l’attacco del Congresso alle “responsabilità dell’Esecutivo, della Presidenza. Il governo reagisce, la magistratura è chiamata a intervenire”.

Secondo lui, questo movimento scivola verso una “giudizializzazione della politica”, seguita da “un’erosione del livello di soddisfazione dei brasiliani nei confronti della nostra democrazia”.

Il politologo sottolinea la conseguenza di questo imbroglio: l’apertura di “uno spazio considerevole per l’arrivo di outsider politici attraverso i processi elettorali, con molto sostegno da parte della popolazione”.

“E estranei che spesso portano con sé progetti politici populisti che, in definitiva, minacciano la sopravvivenza stessa della nostra democrazia”.

Antonio Lavareda ha rinnovato il contratto con CNN Brasile quest’anno e sarà in prima linea in un nuovo programma mensile, nel 2025, che approfondirà il dibattito sulla politica nazionale fino alla corsa elettorale del 2026.

Emendamenti

Lavareda, intervistato dalla CNN Entrevistas, ha analizzato anche l’impasse degli emendamenti parlamentari.

Per il politologo di Pernambuco gli emendamenti costituiscono un rapporto legittimo tra deputati, senatori e comuni. Tuttavia, per lui, questa relazione non è normale.

“Non riesco a immaginare che i parlamentari possano fare marcia indietro, fare passi indietro e rinunciare agli emendamenti. Hanno stretto un rapporto con i loro comuni, con la loro base di appoggio. Voglio dire che questo è legittimo, ma non è normale. Nel presidenzialismo classico, quindi, spetta ai politici e alle istituzioni brasiliane guardarsi allo specchio e dire: “Guarda, dobbiamo trovare un modo, giusto?” Una forma concreta, adeguata, non conflittuale per questo nuovo insieme di procedure che nel tempo sono state adottate e dove si sono più o meno consolidate”.

Per quanto riguarda il voto stampato, il politologo ha detto che l’idea nasce quando la Camera dei deputati è senza direzione.

“Si tratta di una questione minore, che torna a galla nei momenti di turbolenza, quando la Camera sembra non avere alcuna direzione”.

Ricorda che l’attuale modello di voto è approvato dagli elettori.

“La stragrande maggioranza crede nel processo elettorale. Il Tribunale Elettorale è una delle istituzioni che gode della migliore valutazione tra i brasiliani. Quello [urna eletrônica] non è un problema Modifica questo [com voto impresso] non produrrebbe alcun cambiamento qualitativo nella democrazia brasiliana”.



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Luca

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