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La diplomazia brasiliana valuta l’impatto di Trump sulle relazioni tra i paesi


A Brasilia, nella prima riunione ministeriale dell’anno, Lula ha parlato del 47esimo presidente americano insediatosi questo lunedì (20). “Ci sono persone che dicono che l’elezione di Trump potrebbe causare problemi alla democrazia globale. Trump è stato eletto per governare gli Stati Uniti e io, come presidente del Brasile, spero che Trump se la cavi bene, che il popolo americano migliori e che gli americani continuino ad essere il partner storico del Brasile, perché da parte nostra non vogliamo una combattimento. Né con il Venezuela, né con gli americani, né con la Cina, né con l’India, né con la Russia. Vogliamo la pace”, ha detto il presidente.

Il tono è molto diverso da quello del novembre dello scorso anno. Alla vigilia delle elezioni americane, Lula ha detto che faceva il tifo per la candidata democratica Kamala Harris, pensando alla democrazia, e che “il nazismo e il fascismo stavano tornando con un volto diverso”. Lula non è stato invitato all’insediamento repubblicano. Alla cerimonia il Brasile era rappresentato dall’ambasciatrice Maria Luiza Ribeiro Viott.

Con Trump presidente, la diplomazia brasiliana dovrà trovare il suo equilibrio tra le controversie commerciali e politiche tra le due maggiori potenze mondiali. Da un lato la Cina, destinazione della maggior parte delle esportazioni brasiliane e che aumenta i suoi investimenti in America Latina. Dall’altro, il nuovo governo americano che, sotto Trump, cerca di riconquistare l’influenza storica della nazione sul continente americano.

Itamaraty predica la serenità. C’è chi sostiene un’analisi più attenta degli impatti dei primi atti di Trump, prima di qualsiasi manifestazione più energica. La valutazione è che gli atti iniziali dovrebbero dare il tono al secondo mandato.

Finora Lula tende verso il cosiddetto “Sud globale”, con riferimento ai paesi emergenti, il cui protagonista principale è la Cina. Occupando la presidenza dei BRICS, il Brasile difende una governance globale più “inclusiva” e linee guida come l’uso di altre valute – oltre al dollaro – nel commercio internazionale.

Nel frattempo, il governo del presidente Lula continua a non avere una linea diretta con la Casa Bianca, mantenendo una relazione diplomatica formale.
molto diversa dall’Argentina di Javier Milei, che ha partecipato all’insediamento di Donald Trump. Ci sono dubbi circa l’impatto delle relazioni politiche sulla sfera economica. Una delle maggiori preoccupazioni del governo brasiliano è la promessa “tariffa” sulle importazioni. Gli Stati Uniti sono il secondo partner commerciale del Brasile.

Anche la questione energetica genera incertezza. Trump, per la seconda volta, ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi attraverso un ordine esecutivo, firmato insieme ad altri 77 il primo giorno, poche ore dopo il suo insediamento. Trump promette anche di rompere con le politiche dell’amministrazione Biden che incoraggiavano l’uso di fonti rinnovabili.

Con la COP30, prevista per novembre in Brasile, a Belém (PA), resta la domanda su quanto queste misure potrebbero indebolire gli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico.



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Luca

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