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La CSIF si appella direttamente a Sánchez per evitare la fine del Muface | Economia



Il sindacato dei dipendenti pubblici della CSIF ha deciso di fare appello direttamente al presidente del governo, Pedro Sánchez, perché intervenga nell’accordo Muface con gli assicuratori, dato il timore che il bando coprirà la salute di 1,5 milioni di dipendenti pubblici e delle loro famiglie sarà di nuovo deserto. A tal fine, lunedì ha inviato una lettera al leader dell’esecutivo in cui il centro sindacale chiede la sua mediazione per garantire la continuità del modello sanitario per i dipendenti pubblici.

Cresce la preoccupazione del gruppo dei mutualisti Muface dopo che Adeslas, uno dei tre assicuratori dell’attuale accordo in vigore, ha annunciato pubblicamente che non parteciperà neanche alla nuova gara, nonostante abbia aumentato i premi del 33,5%. Gli altri due assicuratori Asisa e DKV hanno comunicato a questo giornale che continueranno a studiare le modalità per prendere una decisione in merito, cosa per la quale avranno tempo fino al 15 gennaio. Asisa infatti ha ammesso che sta analizzando la possibilità di frequentare anche da sola.

Ma di fronte alla nuova possibilità che il concorso venga nuovamente deserto, il sindacato dei dipendenti pubblici non vuole aspettare fino a metà gennaio per reagire. Così, nella lettera inviata a Moncloa, il CSIF chiede a Sánchez, “di dare le opportune istruzioni al Ministero della Trasformazione Digitale e della Funzione Pubblica affinché possa convocare senza ulteriori indugi il CSIF, nella sua qualità di sindacato e membro più rappresentativo del Consiglio Generale del Muface e informarci personalmente delle misure che saranno attuate per garantire la continuità delle cure ai soci e ai beneficiari delle mutue interessate”.

I responsabili del CSIF, che già avevano espresso il loro disagio per non essere stati ricevuti dal ministro del settore, Oscar López, hanno anche spiegato al Presidente dell’Esecutivo come gli ultimi fatti si sono svolti senza che loro avessero avuto alcun incontro con i vertici del Ministero. negoziatori. Dopo che la Funzione Pubblica ha raccolto le segnalazioni di mercato degli assicuratori, il 20 dicembre è stato convocato il Consiglio Generale del Muface per riferire sulla nuova gara per il rinnovo del concerto (poiché la prima è stata respinta dai tre assicuratori del concerto in corso: Adeslas , Asisa e DKV) e successivamente, il 22 dicembre, è stata pubblicata sulla Piattaforma Contraenti del Settore Pubblico. Il giorno dopo, il 23 dicembre, il sindacato afferma di aver appreso “dalla stampa scritta” che l’Airef aveva già inviato al Ministero delle Finanze lo studio sull’efficacia e l’efficienza del Muface, cosa che però i rappresentanti dei funzionari avevano fatto sapere non ancora lo sanno Successivamente, venerdì scorso, 27 dicembre, Adeslas ha anche annunciato “sui media” che non avrebbe assistito al nuovo concerto.

Inoltre, chiedono al Presidente del Governo che in questo futuro incontro con il Ministero della Funzione Pubblica, i funzionari governativi forniscano al sindacato anche “le relazioni inviate (all’Esecutivo) dalle strutture sanitarie sull’impatto del concerto, nonché il rapporto dell’Airef”. La reazione del Governo non si è fatta attendere e fonti vicine alla situazione hanno segnalato che non dovrebbero essere i negoziatori del governo a rendere pubblici i resoconti degli assicuratori né quelli dell’Airef.

Questo lunedì la Funzione Pubblica ha inviato nuovamente un “messaggio di tranquillità” ai mutualisti e ha ricordato che, da parte loro, “è già stato attivato il meccanismo di proroga previsto dalla Legge sui contratti del settore pubblico affinché sia ​​garantita la vostra copertura con condizioni attuali finché l’accordo attuale non sarà sostituito da quello nuovo.” Nello specifico, il Ministero ha attivato la delibera della Direzione generale del Muface del 26 dicembre, che “ordina la continuità dell’erogazione, per ragioni di interesse generale, dei servizi atti a garantire l’accesso all’assistenza sanitaria nazionale”. territorio ai soci delle mutue e agli altri beneficiari che scelgono di riceverlo tramite enti assicurativi”.

Secondo tale delibera, la proroga avrà efficacia dal 1° gennaio 2025 e per il tempo necessario al completamento della procedura di gara per il successivo appalto. Per ora il testo precisa ulteriormente che “il periodo di continuità è stabilito per un periodo massimo di 3 mesi o, prima, in caso di inizio dell’esecuzione del contratto derivante dal nuovo fascicolo di gara”. Tuttavia, la normativa contrattuale dello Stato in cui viene tutelata la Funzione Pubblica per mantenere viva l’erogazione del servizio indica che esso potrà essere prorogato fino alla fine del prossimo settembre.

L’importo di questa proroga di tre mesi è stabilito per un massimo di 343,12 milioni di euro e determina gli importi del premio fisso per persona al mese che gli assicuratori riceveranno a partire dal 1° gennaio. Sono i seguenti: per il gruppo da 0 a 4 anni, 49,02 euro; dai 5 ai 14 anni, 27,99 euro; dai 15 ai 44 anni, 42,86 euro; tra 45 e 54 anni 59,01 euro; da 55 a 64 anni, 96,84 euro; da 65 a 74 anni, 169,47 euro; e per ogni socio mutualistico di 74 anni e più 260,96 euro.

Detto questo, il Ministero insiste ancora una volta che per il momento si limita a sottolineare che “il periodo per presentare offerte è aperto, fino a metà gennaio, e fino ad allora gli assicuratori hanno un termine per presentare le offerte”.



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Luca

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