La Corte Suprema concorda che le aziende devono consentire al dipendente di confutare l’accusa in caso di licenziamento disciplinare | Economia
La Corte Suprema stabilisce che le aziende non possono licenziare disciplinarmente un lavoratore senza aprire una previa udienza. Pertanto, prima del licenziamento, il lavoratore ha il diritto di difendersi dalle accuse o dalle accuse su cui si basa il licenziamento. “Il rapporto di lavoro di un lavoratore non può essere risolto per motivi legati alla sua condotta o al suo rendimento prima che gli sia stata offerta la possibilità di difendersi dalle accuse a suo carico”, stabilisce la Corte.
Con sentenza del 13 novembre, la Camera Sociale plenaria dell’Alta Corte ha accolto all’unanimità il ricorso della Fundació per als estudis Superiors de Música i arts Esceniques de les Illes Balears (FERMAE-IB) contro una sentenza del febbraio 2023 della Superiora Corte di Giustizia di quella comunità autonoma.
Prima di procedere al licenziamento, sottolineano i magistrati, il lavoratore deve potersi difendere dalle irregolarità che gli vengono attribuite, come prevede l’accordo dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) in vigore dal 1982. Con questa sentenza la Corte Suprema modifica la sua stessa dottrina, anch’essa in vigore da quel decennio, considerati “i cambiamenti avvenuti nel nostro ordinamento in tutto questo tempo, come il diritto dei trattati internazionali, la dottrina della Corte costituzionale, la qualificazione del licenziamento o l’inapplicabilità della la norma più favorevole a livello globale.
La Convenzione ILO impone tale audizione prima del licenziamento “a meno che non possa ragionevolmente essere richiesta al datore di lavoro”, come avviene nel caso analizzato, in cui l’impresa era tutelata da un criterio giurisprudenziale che, perdurando nel tempo e in relazione a quella stessa disposizione, lo ha liberato da tale obbligo. Per questo motivo tale dottrina è applicabile solo per i nuovi licenziamenti, quelli avvenuti dopo la pubblicazione della sentenza, aggiunge la sentenza.
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