La Corte dei conti constata “irregolarità” per incompetenza del servizio pubblico di dialisi | Notizie dalla Catalogna
Il servizio pubblico di emodialisi, vitale per i pazienti con insufficienza renale, è nelle mani di operatori privati che hanno vinto un bando pubblico indetto dalla Generalitat. In una recente relazione predisposta dalla Corte dei conti, l’organismo di controllo denuncia “fatti che potrebbero costituire indizi di comportamenti collusivi”, una presunta collusione tra gli aggiudicatari che potrebbe comportare pratiche anticoncorrenziali e che mette in discussione il costo pagato per ciascun servizio dal Dipartimento della Salute attraverso CatSalut. “Le irregolarità descritte potrebbero dar luogo a fatti perseguibili amministrativamente e giudizialmente”, si legge nel rapporto riferendosi alle aziende e ai responsabili della decisione all’interno della Generalitat.
Il Mediatore concentra l’accusa sul servizio ambulatoriale di emodialisi extraospedaliero, per il quale sono stati appaltati 16 lotti in tutta la Catalogna. Si è trattato di un bando decennale per un importo di 1.142 milioni di euro in cui i maggiori beneficiari (hanno ottenuto 14 pacchetti territoriali) sono stati i colossi Fresenius e Diaverum. “Ci sono diversi fattori che denotano una mancanza di concorrenza tra le aziende partecipanti”, si legge nel rapporto, che indica che il risultato del concorso è stato simile a quello precedente, bandito nel 2006. Uno degli argomenti è il seguente: “Il distribuzione geografica dei lotti L’aggiudicazione dei lotti lascia intendere una possibile distribuzione geografica del mercato tra i 4 aggiudicatari (Sistemi Renali, Gestione Sanitaria e Assistenziale di Tortosa, Fresenius e Diaverum).” Ma si afferma anche che le pratiche monopolistiche potrebbero essere spiegate da un “possibile accordo sulla fissazione dei prezzi e dalla mancanza di rotazione delle offerte”. In sintesi, in assenza di quanto poi riferito dalle cronache successive: «Si sono appropriati di una illecita utilità straordinaria che lede l’Amministrazione contraente».
La Corte dei conti ha appena firmato un accordo con l’Autorità catalana garante della concorrenza, secondo la quale dovrà inviare la propria relazione affinché l’ACCO possa svolgere le proprie indagini.
Il concorso risale al 2014 e si è svolto attraverso una procedura negoziata con aziende specializzate senza pubblicità, nonostante fosse previsto dalla normativa allora vigente. Il costo di ciascun servizio, sottolineano i fiduciari che hanno redatto il rapporto, non è stato stabilito attraverso alcun campione o studio dei costi. E, nonostante le raccomandazioni di utilizzare tecniche domiciliari da parte di diverse organizzazioni, la dialisi peritoneale è sottoutilizzata, al di sotto del 9% dei casi totali nel 2022 (e con grandi differenze a seconda del territorio). Secondo la Corte dei conti anche questa ha un costo inferiore, pari a circa 29.724 euro, contro i 47.744 euro dell’emodialisi extraospedaliera e i 42.461 euro dell’emodialisi ospedaliera.
“Gli ospedali che forniscono tecniche domiciliari hanno difficoltà a finanziare queste tecniche perché le tariffe pagate da CatSalut sono inferiori in caso di dialisi peritoneale rispetto all’emodialisi convenzionale e insufficienti a coprire i costi in caso di emodialisi domiciliare”, sottolinea l’Ufficio di revisione, che in un altro punto delle sue conclusioni segnala un esempio della discrezione con cui agisce: “Il centro dialisi che ha fatturato il minor numero di sedute dialitiche fuori dall’ospedale, il centro Braun di Martorell, ha il prezzo più competitivo.”
Il rapporto della Corte dei conti chiarisce fin dall’inizio l’importanza dei trattamenti per l’insufficienza renale cronica: perché è una necessità vitale per i pazienti, per come influisce sulla qualità dei pazienti e, anche, per l’elevato costo che rappresenta per il pubblico salute, tra le malattie croniche più costose. Nel 2022 costerà complessivamente 139,5 milioni di euro (22 milioni in più rispetto a quanto inizialmente previsto). Per questo motivo l’organismo di vigilanza ha deciso di realizzare un rapporto sul servizio nel 2022, tenendo conto di diversi attori correlati: oltre a Catsalut, la Società Catalana di Nefrologia, professionisti e associazioni di utenti.
La loro conclusione è che il piano su cui viene fornito il servizio è “obsoleto” e che, nonostante le esigenze siano aumentate, l’attività appaltata non è stata aggiornata. Le conseguenze: dieci centri hanno superato l’attività contrattuale di un importo di 8,4 milioni senza che si verificasse alcuna modifica contrattuale. Allo stesso modo, l’organismo di vigilanza critica la mancanza, da parte di Catsalut, di un circuito automatizzato che garantisca i servizi forniti indicati dagli operatori: “Il nome delle sessioni fatturate dai fornitori potrebbe non essere reale”. L’Ufficio di audit ha rilevato 31.574 registrazioni di fatture potenzialmente duplicate per un volume di 4,3 milioni, sebbene CatSalut abbia affermato che alcune di queste fatture erano già state identificate e scontate ai fornitori.
La mancanza di monitoraggio è simile nel caso della qualità del servizio, in cui CatSalut non controlla i tempi di viaggio e i tempi di attesa nei centri dialisi. Il 10% dei pazienti supera le 7,4 ore tra l’uscita e l’arrivo a casa dopo il trattamento.