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La Corte Costituzionale pone la legge sull’amnistia come sua massima priorità | Spagna



La Corte Costituzionale spera di poter pronunciare la prima sentenza sulla legge di amnistia prima della prossima estate. Il dibattito e la risoluzione su questa norma rappresentano la sfida più importante che la Corte dovrà affrontare nel corso del 2025. Contro la legge che prevede il perdono per i crimini commessi in relazione alla processo Sono stati presentati 23 ricorsi, tra ricorsi e questioni di incostituzionalità. A questo dato bisogna aggiungere diverse richieste di tutela che continuano ad arrivare all’organismo di garanzia. Queste richieste provengono da soggetti interessati da processi in cui è ancora pendente l’applicazione della legge sull’amnistia e da alcuni leader indipendentisti che intendono costituirsi come partito per opporsi alle iniziative presentate contro tale norma.

La decisione della Corte Suprema di mettere in discussione l’amnistia utilizzando un unico caso di disordini pubblici e reati di attentato ha impedito che queste richieste venissero accettate per l’esame, perché questi leader non erano stati direttamente interessati da questo precedente procedimento penale. D’altra parte, affinché la Corte possa avviare il dibattito sulla legge sull’amnistia, è necessario prima chiudere il capitolo delle impugnazioni, che nell’ultimo trimestre ha avuto effetti ostruzionistici sul suo lavoro. Si attende quella riguardante il giudice José Mario Macías, del settore conservatore del tribunale. La Procura dello Stato e la Procura Generale hanno chiesto che sia escluso dalle deliberazioni sulla materia per mancanza di imparzialità, visti i criteri contrari a detta norma da lui sostenuti in due dichiarazioni del Consiglio Generale della Magistratura (CGPJ) quando era membro dell’organo direttivo dei giudici.

Macías ha chiarito che, a differenza del giudice Juan Carlos Campo, ex ministro della Giustizia, non si ricuserà, e la sessione plenaria della Corte Costituzionale deciderà nel mese di gennaio se ammetterà la sua contestazione per aver sostenuto in detti documenti che la legge sull’amnistia è contraria ai principi e ai diritti fondamentali proclamati dalla Costituzione. Tra i membri del settore progressista del tribunale non ci sono dubbi sull’opportunità di escludere Macías dalla deliberazione e decisione sulla legge sull’amnistia. L’imputato capisce che non vi è alcuna ragione perché in altre occasioni non è stata accettata l’astensione di altri membri della Corte che, prima di esserne membri, sostenevano criteri contrari alla costituzionalità di altre leggi. Il rapporto della CGPJ sull’amnistia firmato da Macías lo scorso marzo, sei mesi prima di essere nominato Magistrato Costituzionale, sosteneva che la legge sull’indulto penale per gli accusati di processo Il movimento indipendentista non cercava la normalizzazione politica in Catalogna, ma piuttosto un patto politico per soddisfare gli “interessi di parte” e sbloccare l’insediamento di Pedro Sánchez a presidente del governo.

L’intenzione della Corte è quella di risolvere in via prioritaria la questione di incostituzionalità sollevata dalla Corte Suprema e il ricorso del Partito Popolare. Queste due sentenze saranno quelle che daranno il tono alla decisione sul resto delle sfide, in particolare le 15 presentate dagli organi esecutivi o legislativi delle comunità autonome governate da quelle popolari, e quella corrispondente al governo di Castilla- La Mancha, nelle mani del socialista Emiliano García Page. La Corte Costituzionale inizialmente dubitava della legittimità delle comunità di ricorrere in appello contro la legge sull’amnistia, poiché questa non incideva sui loro poteri. Tuttavia, una relazione interna di una commissione di avvocati nominata per questo Ha consigliato di utilizzare in questo caso un’interpretazione “aperta e flessibile” di tale limitazione per comprendere che la legge sull’amnistia può ledere gli interessi delle autonomie. In ogni caso, la risoluzione di questo blocco di ricorsi non riaprirà il dibattito della Corte sulla dottrina stabilita nelle precedenti sentenze.

In sostanza, le censure mosse alla legge sull’amnistia si basano su quattro punti. In primo luogo, si sostiene che la Costituzione non consente la concessione dell’amnistia, quindi è incostituzionale. In secondo luogo, che il contenuto specifico della legge approvata dalle Cortes è contrario anche a principi e diritti essenziali, quali l’uguaglianza e il divieto di arbitrarietà da parte dei pubblici poteri. In terzo luogo, la norma è sproporzionata e viola il divieto di discriminazione. In quarto luogo, la legge implica una violazione del principio di separazione dei poteri e contraddice aspetti essenziali del diritto dell’Unione. La Procura e l’Avvocatura dello Stato, a loro volta, hanno già presentato le rispettive relazioni, nelle quali difendono la costituzionalità della norma sull’amnistia e difendono il potere del Parlamento di legiferare in materia.

Una volta risolto il problema delle impugnazioni, è possibile che venga aperto un altro dibattito preliminare in tribunale prima di affrontare direttamente il contenuto della legge sull’amnistia. Nel settore conservatore della Corte Costituzionale, si solleva l’opportunità che la Corte non inizi lo studio delle sue sentenze finché la giustizia europea non si sarà pronunciata sulle sfide formulate dalle istituzioni spagnole. Nello specifico, la Corte Superiore di Giustizia della Catalogna (TSJC) e la Corte dei Conti hanno presentato questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE).

Oltre ai ricorsi contro la legge sull’amnistia, la Corte Costituzionale ha in sospeso i ricorsi del PP e di Vox contro la legge statale Trans, e quelli dell’Esecutivo contro la legislazione che il governo di Isabel Díaz Ayuso ha approvato in questa materia nella Comunità di Madrid. Quest’ultimo è stato impugnato dall’Avvocatura dello Stato e dal Difensore civico. La Corte aveva preparato una prima sentenza, che è stata ritirata dall’ordine del giorno su richiesta di tre giudici del settore conservatore – Enrique Arnaldo, Concepción Espejel e José Mario Macías – in seguito all’annuncio che il Parlamento di Madrid avrebbe modificato la sua legge in termini ciò renderebbe superflua la risoluzione della sfida del governo. Il Ministero di Parità ha sostenuto prima dell’approvazione di questa legge regionale che essa “patoologizza la transessualità” stabilendo che i minori trans potranno iniziare il trattamento ormonale solo dopo una visita da parte di un pediatra, dopo essere stati curati “da un professionista della salute mentale” ( psicologo o psichiatra) e stabilire che avranno bisogno di un referto medico favorevole “indispensabile” se soffrono di due o più malattie o disturbi mentali contemporaneamente.

Un altro capitolo pendente del 2025 sono quelli derivanti dai conflitti tra Congresso e Senato, a causa delle differenze tra le rispettive maggioranze, con la preponderanza del PSOE e dei suoi alleati alla Camera, nonostante la difficoltà degli accordi, e che del PP alla Camera alta, dove ha la maggioranza assoluta. Uno di questi conflitti è quello sfociato nel ricorso popolare contro la revoca del diritto di veto del Senato sul tetto di spesa, la cui approvazione costituisce un passo fondamentale per l’approvazione delle Finanziarie. Il Partito Popolare basa la sua contestazione sul fatto che il PSOE ha introdotto un emendamento al disegno di legge sulla parità, estraneo alla regolamentazione delle questioni economiche. Il PP ha criticato il fatto che i partiti della coalizione di governo abbiano utilizzato il trasferimento di una direttiva UE che mira a sancire l’uguaglianza tra uomini e donne per superare, violando i diritti dei loro parlamentari, gli ostacoli che il Senato potrebbe porre ai progetti del governo.

Ancora in attesa di risoluzione è anche il conflitto sollevato dalla decisione che la Corte Costituzionale ha preso nel dicembre 2022 di paralizzare l’iter parlamentare della riforma legislativa che ha sbloccato il rinnovo dell’organismo di garanzia stesso. Il tribunale ha poi accolto la richiesta del PP di detta paralisi, approvata con sei voti (i giudici del settore conservatore, allora la maggioranza) contro cinque (i progressisti) e ha sospeso tale procedura con una misura molto precauzionale. La decisione ha scatenato forti proteste da parte del governo e dei suoi alleati al Congresso, consapevoli che rappresentava un’ingerenza incostituzionale nei lavori parlamentari. Pende anche il ricorso contro la riforma dei regolamenti del Senato promossa dal PP che è servita a rallentare l’iter della legge sull’amnistia alla Camera alta, impedendole di avanzare più speditamente attraverso la procedura d’urgenza.



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