La Corte Costituzionale ha approvato la legge approvata dal Parlamento nel 2022 per il riconoscimento della personalità giuridica alla laguna del Mar Menor e al suo bacino, norma contro la quale Vox ha impugnato. L’importanza di questa sentenza, discussa dalla corte nella sua sessione plenaria questa settimana, deriva dalla maggiore tutela che rappresenta per l’ecosistema del Mar Menor. La sentenza è stata approvata con 7 voti – quelli del settore progressista – contro 5, quelli del blocco conservatore dell’organismo di garanzia. Con la sua sentenza, la Corte Costituzionale sostiene, tra gli altri aspetti della legge, il fatto che “essa legittima (…) qualsiasi persona fisica o giuridica a intentare un’azione giudiziaria (e anche amministrativa) per conto del Mar Menor, che sarà il vero interessato”. “Si tratta – spiega la Corte – di una sorta di potere generale universale, conferito ex lege (per disposizione di legge) per agire nell’interesse della nuova persona giuridica”, che faciliterà la preservazione e la difesa di detto ecosistema.
La sentenza – alla quale ha avuto accesso EL PAÍS – sostiene che la legge impugnata è una norma singolare che crea un nuovo tipo di persona giuridica, una realtà naturale, cercando di attribuirle una serie di poteri a difesa della propria esistenza e recupero. La sentenza – di cui è stata relatrice la giudice María Luisa Segoviano – aggiunge che pur essendo “una tecnica finora sconosciuta nel nostro diritto ambientale”, non è una tecnica sconosciuta nel diritto comparato. Al contrario, afferma la sentenza, si inserisce in un movimento internazionale in forte espansione nell’ultimo decennio, che promuove “lo sviluppo di meccanismi di garanzia innovativi basati su un paradigma ecocentrico che, per il momento, convive con il tradizionale paradigma antropocentrico”. che esso si identifica in altri meccanismi e strumenti giuridici per la tutela dell’ambiente.”
La risoluzione contraddice con questo tipo di argomentazioni la tesi del ricorso di Vox, nel senso che la legge, riconoscendo la personalità giuridica del Mar Menor, presuppone “una preterizione della dignità umana” e “dei diritti inviolabili che le sono inerenti”. . La Corte spiega che con tale riconoscimento si intende “rafforzare quella dignità”, associata all’idea che “una vita dignitosa è possibile solo in ambienti naturali idonei, e ciò a partire dalla considerazione della vita delle generazioni attuali e della vita dei generazioni future. La Corte aggiunge che il concetto di “dignità umana qui presente non è quello che pone l’uomo come asse attorno al quale ruota e serve tutta la realtà naturale e tutta la realtà costruita, ma piuttosto quello che pone la persona umana in simbiosi con un ambiente che “è può trasformare, ma non deve distruggere se vuole preservare quella stessa dignità.”
Il ricorso presentato ha affermato che il riconoscimento della personalità giuridica ad una persona fisica (articolo 1 della legge) e l’attribuzione ad essa di diritti (articolo 2), affidati ad un’azione popolare (articolo 6), “è inconsueto e stravolge il concetto di «persona», essendo assolutamente superfluo ai fini dell’ottenimento della dovuta tutela dell’ambiente.” L’impugnazione aggiungeva che la natura deve essere oggetto di tutela giuridica (in applicazione dell’art. 45 Cost.), ma non come soggetto di diritti, «perché non è possibile separare la nozione di diritto soggettivo da quelle di libertà, dignità, coscienza, volontà e responsabilità”.
La sentenza, invece, ritiene che la Magna Carta offra un quadro di riferimento costituzionale sufficientemente aperto affinché il legislatore possa tutelare l’ambiente, tenendo presente “lo stretto collegamento tra tutela degli ecosistemi, ambiente naturale, non vita. vita umana e il pieno sviluppo di quest’ultima”, In questo senso la Corte Costituzionale sottolinea l’obbligo dei poteri pubblici di sviluppare meccanismi di tutela e di difesa dell’ambiente, “ma anche per il miglioramento, il ripristino e il recupero di spazi o ambienti degradati o perdita di biodiversità”. La Corte spiega inoltre che esiste “un obbligo di solidarietà intergenerazionale chiamato a conservare e migliorare l’ambiente naturale affinché le generazioni future abbiano l’opportunità di godere del proprio diritto alla vita, all’integrità fisica e morale e allo sviluppo dei propri “progetti vitali in condizioni equivalenti a quelli che abbiamo attualmente.”
La Corte, approvando la legge per il riconoscimento della personalità giuridica alla laguna del Mar Menor e al suo bacino, sottolinea che si tratta “della prima norma euromediterranea che fa parte del modello che attribuisce personalità giuridica alle entità naturali”. La sentenza aggiunge che con tale strumento normativo, elaborando e approvando definitivamente l’iniziativa legislativa popolare che è all’origine di tale provvedimento normativo, il Parlamento ha ipotizzato “un trasferimento del paradigma di tutela dall’antropocentrismo più tradizionale a un ecocentrismo moderato”.
La Corte Costituzionale spiega che la legge analizzata è stata emanata, appunto, secondo il suo preambolo, per due motivi. In primo luogo, a causa “della grave crisi socioambientale, ecologica e umanitaria che stanno attraversando il Mar Menor e gli abitanti dei suoi comuni rivieraschi”. E in secondo luogo, per “l’insufficienza dell’attuale sistema di tutela giuridica, nonostante gli importanti numeri e strumenti normativi messi in atto negli ultimi venticinque anni”. In risposta a questa situazione, la sentenza sottolinea l’importanza di collegare la cura dell’ambiente naturale con “la garanzia della qualità della vita”, come “elemento essenziale di qualsiasi valutazione costituzionale”.