La Corte Costituzionale conclude che le comunità possono impugnare la legge sull’amnistia perché il suo contenuto le riguarda | Spagna
La Corte Costituzionale ha accettato martedì di esaminare il ricorso di incostituzionalità presentato lo scorso settembre dalle Cortes d’Aragona contro la legge di amnistia per gli accusati di processo Movimento indipendentista catalano. Si tratta del primo ricorso accolto dalla Corte dei 16 che diversi organismi autonomi hanno presentato contro questa legge (15 provenienti da comunità governate dal PP e un altro da Castilla-La Mancha, dal PSOE). Sebbene in un primo momento la Corte Costituzionale avesse sospeso questi ricorsi quando dubitava della competenza delle autonomie a contestare la norma – poiché giuridicamente è previsto solo che le comunità possano impugnare le leggi che incidono sulle loro competenze -, una relazione dei legali della Corte ha ora hanno concluso che sono competenti perché il contenuto della legge sull’amnistia può riguardarli.
La Corte ha spiegato in una nota che nella sua decisione – adottata all’unanimità – ha tenuto conto del fatto che la giurisprudenza ha svolto “un’interpretazione flessibile ed estensiva” del requisito che la legge statale impugnata incida sul “proprio ambito di autonomia” dei soggetti una comunità autonoma. Questo requisito è previsto dall’articolo 32.2 della legge organica della Corte costituzionale.
In un primo momento, il criterio dominante è stato che tale requisito, contenuto nell’articolo 32.2 della legge organica della Costituzione, impedisse alle comunità di impugnare la legge sull’amnistia perché si tratta di una norma di carattere penale, quindi estranea al suddetto “ambito di applicazione”. autonomia” autonomo poiché la legislazione in materia è di carattere statale. La Corte – in particolare il suo settore progressista – era anche particolarmente preoccupata per il precedente che potrebbe costituirsi se i 16 ricorsi presentati fossero ammessi, data la possibilità che, in futuro, qualsiasi conflitto territoriale che possa sorgere – sull’acqua o sul finanziamento regionale, ad esempio – supponiamo una valanga di risorse. E c’è anche preoccupazione per la possibilità che le risorse comunitarie vengano utilizzate indirettamente da partiti e gruppi parlamentari, che hanno una capacità limitata di presentare ricorsi di incostituzionalità.
Il settore conservatore, al contrario, ha insistito sul fatto che una legge che incide sui principi e sui diritti fondamentali della Costituzione, come il diritto all’uguaglianza, alla certezza del diritto o all’interdizione, non dovrebbe essere considerata estranea alla “portata di autonomia” delle comunità. dell’arbitrarietà nell’azione dei pubblici poteri. “Le autonomie difendono anche la Costituzione”, hanno sostenuto questi magistrati durante le deliberazioni, secondo fonti del tribunale.
Infine, il rapporto preparato da un gruppo di avvocati del tribunale ha concluso che la legge sull’amnistia è una questione che può ledere gli interessi e i poteri delle comunità autonome e che, pertanto, queste sono autorizzate a ricorrere in appello. L’esame di diverse sentenze degli ultimi anni ha portato anche la maggioranza progressista ad avvicinarsi alla tesi del blocco conservatore su questo punto e a concludere che la linea giurisprudenziale seguita negli ultimi anni è stata molto permissiva nei confronti delle risorse delle comunità autonome Era opportuno non modificare adesso questa tendenza in una questione così delicata come la legge sull’amnistia. Nella decisione dei magistrati progressisti di votare oggi a favore dell’ammissione del ricorso di Aragona, ha giocato un ruolo anche la loro intenzione di evitare nuovi scontri tra il loro blocco e il settore conservatore, divergenze che finora quest’anno hanno dato luogo a una moltitudine di controversie individuali voti su argomenti diversi.
La Corte, in ogni caso, ha tenuto conto dell’adozione di un metodo di lavoro e di un calendario che eviti l’effetto valanga dei ricorsi presentati. In questo senso, verranno studiate innanzitutto le impugnazioni contro la legge sull’amnistia sollevate dalla Corte di Cassazione – che è stata quella entrata per prima in cancelleria – e quella del PP. Lo scopo dell’organismo di garanzia è quello di risolvere in pratica tutte le impugnazioni di queste prime due sentenze, cosicché per i successivi pronunciamenti sulle risorse delle comunità autonome basterà, in sostanza, applicare la dottrina approvata nelle risoluzioni già rilasciato. .