La Commissione Relazioni Estere e Difesa Nazionale della Camera dei Deputati ha approvato questo mercoledì (11) un progetto volto a revocare un decreto di Lula (PT) che rendeva omaggio all’allora dittatore della Siria, Bashar al-Assad, deposto domenica scorsa (8). La proposta deve ancora essere convalidata dalla plenaria.
Il decreto del 12 luglio 2010, concesso durante il secondo mandato del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, conferiva all’allora leader siriano il Gran Collare dell’Ordine Nazionale della Croce del Sud, una decorazione conferita alle personalità straniere dal Presidente del Brasile.
Assad è stato deposto dai ribelli siriani, che domenica hanno annunciato in un comunicato televisivo il rovesciamento del regime del dittatore durato 24 anni, aggiungendo che tutti i prigionieri sono stati rilasciati.
La richiesta di revoca del decreto risale al 2018, firmata dal deputato Sóstenes Cavalcante (DEM-RJ), ma è stata approvata dalle commissioni solo mercoledì scorso.
Nella sua giustificazione, l’autore del progetto ha sottolineato il carattere dittatoriale della gestione dell’ Bashar al-Assad chiedere la revoca del tributo.
Nella richiesta, il relatore del progetto, il deputato Rodrigo Valadares (União-SE), elenca le accuse contro Assad, come crimini contro l’umanità, uso di armi chimiche, tortura, morte e scomparsa di migliaia di persone, tra cui donne e bambini.
Sempre nel documento si dice che l’Ordine Nazionale della Croce del Sud è destinato alle persone fisiche o giuridiche straniere che sono diventate degne del riconoscimento della Nazione brasiliana, “cosa che, senza dubbio, non è il caso del dittatore siriano Bashar al-Assad, poiché è una figura riconosciuta a livello internazionale come tiranno e criminale di guerra, già all’epoca in cui gli fu concesso questo onore”, si legge in un estratto.
“È di dominio pubblico che il destinatario, Bashar al-Assad, ha ricoperto la presidenza della Siria in modo dittatoriale dal luglio 2000, succedendo a suo padre, Hafez al-Assad, un altro tiranno che ha governato quel paese per tre decenni, fino alla sua morte in quell’anno. Da allora, Bashar al-Assad è rimasto al potere, attraverso un brutale sistema repressivo, venendo rieletto in processi elettorali in cui si è candidato incontrastato e la cui equità è messa in discussione sia all’interno che all’interno. vostro Paese e dalle organizzazioni internazionali.”
Nella motivazione, infine, si fa riferimento anche alla “condotta poco dignitosa e criminale del tiranno siriano nei confronti del popolo del suo stesso Paese e della comunità internazionale”.
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