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La burocrazia incide sui piani aziendali delle multinazionali in Brasile



Il Brasile è uno dei paesi meno favorevoli per le multinazionali nella gestione delle proprie attività, secondo un sondaggio presentato da Citco Mercator, una piattaforma internazionale di gestione degli investimenti e tecnologia finanziaria che opera in più di 180 territori in tutto il mondo. Il problema principale è la burocrazia.

Il paese occupa il penultimo posto nella classifica mondialedavanti solo all’Indonesia. In altre parole, il Brasile ha la seconda peggiore burocrazia al mondo per le imprese multinazionali.

Secondo il rapporto, il risultato riflette costi elevati e scadenze lunghe per eseguire compiti legati al conformità – insieme di pratiche e politiche che garantiscono la conformità dell’azienda alle leggi, ai regolamenti e agli standard esistenti.

L’indagine evidenzia i fattori strutturali che rendono più complesso il contesto imprenditoriale del Paese:

Requisiti aziendali locali: Normative che richiedono rappresentanti legali, frequente necessità di studi notarili e traduttori specializzati.
Scansione incompleta: Nonostante i progressi specifici, esiste ancora una forte dipendenza dai processi manuali e fisici.
Frequenti modifiche normative: Cambiamenti costanti e requisiti variabili a seconda dello stato in cui si trova la multinazionale aumentano la complessità del business.

Lo studio evidenzia inoltre che, nonostante il Brasile abbia fatto progressi in alcuni ambiti della digitalizzazione, le infrastrutture rimangono ancora inefficienti, il che prolunga le scadenze e genera costi burocratici aggiuntivi.

I processi manuali continuano a essere un requisito in molte situazioni, il che prolunga i tempi di elaborazione, crea colli di bottiglia amministrativi e rende le procedure difficili da prevedere.

La valutazione di Citco Mercator è che queste sfide rendono il Brasile un ambiente estremamente complesso per la gestione aziendale, che richiede un’attenta pianificazione e un approccio solido per garantire che le sue operazioni, politiche e condotta aziendale siano conformi alle leggi, ai regolamenti, alle norme interne applicabili e agli standard etici.

“La rendicontazione implica un’ampia documentazione, che richiede conoscenze locali specializzate e risorse aggiuntive, il che aumenta i costi di conformità. L’ordinamento giuridico del Paese, che presenta numerose varianti regionali, complica ulteriormente la gestione degli enti. Nonostante i progressi digitali, i ritardi sono comuni a causa della rigidità dei processi”, sottolinea il rapporto Citco Mercator.

Le note del rapporto confermano la scarsa valutazione del paese nell’Economic Freedom Index, prodotto dall’ think tank Fondazione per il patrimonio nordamericano. Nella classifica, il Brasile occupa la 124esima posizione su 184 territori ed è classificato, dal 2006, come un Paese prevalentemente non libero sotto l’aspetto economico. La performance è peggiore della media continentale e mondiale. Uno dei problemi principali è la dimensione del governo.

La pubblicazione del rapporto della piattaforma coincide con la caduta del Brasile di sei posizioni nella classifica di competitività globale della Federazione delle Industrie dello Stato di Rio de Janeiro. Dieci anni fa, il Brasile occupava la 40a posizione. Nel primo anno del mandato del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) è sceso al 46° posto su 66 paesi. Dei quattro segmenti esaminati, si sono registrati solo progressi nel capitale umano.

Lo scenario coincide con il deterioramento delle condizioni globali

Le sfide del Brasile sono comuni ad altri paesi dell’America Latina, come Argentina e Messico. L’instabilità economica, la complessità giuridica e i processi legati alla burocrazia creano il contesto di compliance meno prevedibile rispetto ad altre regioni.

“I principali mercati continuano a richiedere conoscenze specializzate e localizzate per operare all’interno delle loro strutture normative”, sottolinea il documento del gruppo.

Lo scenario per Brasile e America Latina coincide con un peggioramento delle condizioni globali. Secondo i dati di Citco Mercator, i costi medi di gestione delle multinazionali sono aumentati del 3% nel 2024.

“I principali mercati richiedono conoscenze specializzate per orientarsi in strutture normative complesse”, sottolinea il documento.

L’adozione delle tecnologie post-Covid ha portato miglioramenti nella compliance, ma le disparità tra giurisdizioni tecnologicamente avanzate e località meno sviluppate sono diventate più evidenti. Secondo il rapporto, i territori con pratiche meno moderne dipendono ancora da registrazioni fisiche e incontri di persona, il che rende le procedure più lunghe.

Il Brasile è un mercato promettente, ma complesso a causa della burocrazia

Secondo Kariem Abdelatif, direttore di Citco Mercator, le recenti elezioni globali, che hanno interessato metà della popolazione mondiale, hanno causato profondi cambiamenti negli scenari sociali, politici ed economici.

“Nell’economia globale interconnessa di oggi, la gestione efficace delle entità si è evoluta oltre la conformità. Ora è un requisito strategico per le aziende multinazionali, che promuove una buona governance, migliora l’efficienza operativa e mitiga i rischi in un ambiente internazionale sempre più complesso”, afferma.

L’esecutivo sottolinea che il Brasile e l’America Latina presentano molte opportunità per le aziende globali, ma il successo nella regione richiede una comprensione differenziata delle sue complessità. Afferma che le multinazionali devono orientarsi nel panorama degli ambienti normativi della regione.

“Le aziende che investono in una conoscenza regionale approfondita e in strategie agili saranno in una posizione migliore per sfruttare il potenziale dell’America Latina e, allo stesso tempo, mitigare i rischi associati al suo dinamico ecosistema aziendale”, afferma.



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Luca

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