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Kassio vota contro Bolsonaro per chiedere il sospetto di Moraes



Il ministro della Corte Suprema Federale (STF), Kassio Nunes Marques, ha votato contro la richiesta dell’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) di dichiarare interdetto il ministro Alexandre de Moraes nell’indagine in cui è stato incriminato la Polizia Federale (PF) Bolsonaro e altre 36 persone sospettate di aver partecipato a un presunto “complotto golpista” alla fine del 2022.

Nel suo voto, Nunes Marques ha concordato con le affermazioni del relatore dell’azione, il ministro Luís Roberto Barroso, il quale ha affermato che la difesa di Bolsonaro non ha dimostrato cause che giustifichino l’impeachment di Moraes.

Respingendo la richiesta della difesa, all’inizio dell’anno, il ministro Luís Roberto Barroso sosteneva che gli avvocati non erano in grado di dimostrare “nessuna delle cause giustificative dell’impedimento, previste tassativamente dalla normativa vigente”.

“Oltre alla carente istruzione della richiesta (che non è accompagnata da procura né da alcun elemento che provi quanto sostenuto), i fatti narrati nella prima istanza non caratterizzano minimamente le situazioni giuridiche che rendono l’impossibilità per l’autorità accusata di esercitare la propria giurisdizione”, ha affermato Barroso.

La STF aveva già formato la maggioranza contro la richiesta di Bolsonaro la settimana scorsa.

Mancavano solo i voti dei ministri Nunes Marques e André Mendonça – entrambi nominati alla Corte Suprema dall’ex presidente Jair Bolsonaro – prima della conclusione del processo, questo venerdì (13).

André Mendonça ha accettato la richiesta di Bolsonaro

A differenza di Nunes Marques e degli altri ministri, André Mendonça ha accettato la richiesta di Bolsonaro e non è stato d’accordo con il relatore.

Per Mendonça, il fatto che Moraes appaia come possibile vittima del presunto “piano golpista” nelle indagini della Polizia federale lo colloca anche come “direttamente interessato” alle indagini.

“In questo frangente, resosi conto che l’eminente Ministro imputato subirebbe, direttamente e immediatamente, gravi e tangibili conseguenze, quali la reclusione – o addirittura la morte –, qualora si realizzassero le intenzioni denunciate dagli indagati, la condizione di ‘direttamente interessato’, come previsto dall’art. 252, IV, del CPP”, si legge in un estratto del voto di Mendonça.

Esprimendo il suo parere sulla richiesta iniziale, nel marzo 2024, la Procura Generale (PGR) ha accettato di mantenere la decisione di Barroso.

L’ordine

La richiesta di impeachment è stata presentata nel febbraio 2024 dagli avvocati di Bolsonaro, Paulo Amador Bueno e Daniel Tesser.

Secondo gli avvocati, il ministro Alexandre de Moraes non disporrebbe dell’esenzione necessaria per intervenire nell’indagine oggetto della petizione (PET) 12.100.

“Il ministro relatore [da PET 12.100, Alexandre de Moraes] si considera e si qualifica quindi come vittima diretta delle condotte indagate nel caso di specie, dimostrando il suo chiaro ed inevitabile interesse all’esito del procedimento. In questo scenario, la narrazione creata dallo stesso ministro rende chiaro il suo coinvolgimento nel rapporto procedurale poiché ritiene che le azioni presumibilmente perpetrate dagli indagati fossero mirate a lui”, ha affermato la difesa di Bolsonaro nella petizione iniziale.

“Tant’è che ha decretato la custodia cautelare di uno degli indagati, Cel Inf Marcelo Câmara, con il pretesto che aveva monitorato il suo calendario e il luogo degli appuntamenti alla fine del 2022 e, inoltre, che la custodia era stata effettuata necessaria nella misura in cui tali azioni potrebbero essere continuate. In parole brevi, ad es. Il Ministro relatore ha ordinato l’arresto di coloro che gli avrebbero inflitto timore personale, cioè ha assunto, allo stesso tempo, il ruolo di vittima e di giudice”, hanno aggiunto gli avvocati.



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Luca

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