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Junqueras avvia la sua indagine sui cartelli di Maragall senza la partecipazione dell’ex consigliere Mundó | Notizie dalla Catalogna


Il presidente dell'ERC, Oriol Junqueras, e la segretaria generale, Elisenda Alemany, durante l'esecutivo del partito, lunedì.
Il presidente dell’ERC, Oriol Junqueras, e la segretaria generale, Elisenda Alemany, durante l’esecutivo del partito, lunedì.Enric Fontcuberta (EFE)

Sinistra Repubblicana (ERC) ha incontrato la sua nuova leadership questo lunedì per discutere del mantenimento di molte delle promesse che il tandem Oriol Junqueras – Elisenda Alamany ha fatto durante la corsa per la leadership del partito. Oltre a ritoccare le responsabilità della panchina del Parlamento, quelli di Junqueras hanno attivato i meccanismi con cui vogliono portare avanti la propria indagine sullo scandalo dei manifesti diffamatori contro i fratelli Maragall. È stato nominato un nuovo responsabile della conformità -Lluís Mombiela- che ha presentato i responsabili della commissione verità. Nella lista però non figura l’ex consigliere comunale Carles Mundó, lui stesso nominato ex vicepresidente aveva annunciato in pompa magna due settimane fa. L’ex capo della Giustizia ha sostenuto delle incompatibilità con il suo lavoro nella Commissione Consultiva Legale della Generalitat per poter far parte di quella commissione, ma risulta essere uno degli autori della presentazione statutaria.

La responsabilità della preparazione dell’attacco sotto falsa bandiera, dove la malattia del ex presidente Maragall e l’età di suo fratello Ernest – candidato dell’ERC al consiglio comunale di Barcellona – sono stati una delle armi della campagna per eleggere la nuova leadership. Mentre i critici e i sostenitori di Junqueras sono suoi exnumero diMarta Rovira, ha auspicato che i meccanismi interni del partito finalizzino i dossier sanzionatori pendenti, Junqueras ha proposto di creare un organismo esterno, chiamato Commissione di verità, per chiarire tutti i fatti, potendo anche portare le sue indagini al di fuori dell’ambito del partito. Lui ex vicepresidente Ha proposto alle altre liste di aderire alla sua idea e ha proposto come due membri l’ex deputato di Madrid, Joan Tardà, e l’ex consigliere comunale Carles Mundó. L’elenco è stato chiuso dall’avvocato Marta Bolinches.

Alamany, tuttavia, ha spiegato lunedì che Mundó non farà parte di quella commissione, sostenendo che lui stesso aveva ormai avvertito che avrebbe avuto un conflitto come membro della Commissione Consultiva Legale della Generalitat. Lo “svolgimento di funzioni dirigenziali nei partiti politici” rientra nel regime di incompatibilità di tale organo. Mundó, sul banco degli imputati nel dibattimento del processo presso la Corte Suprema, farà parte del gruppo che scriverà la presentazione statutaria della formazione e che sarà votato nella seconda fase del congresso repubblicano, quella di marzo. 15 e 16.

Sarà proprio in quella chiusura del conclave che la nuova dirigenza guidata da Junqueras e Alamany – leader anche del gruppo municipale di Barcellona – svolge gran parte del suo racconto pubblico di ricostruzione del partito, ripercorrendo le diverse sensibilità che si sono delineate in il voto della nuova cupola. Per ora il management ha fatto movimenti conciliatori che però non si sono pienamente concretizzati. La settimana scorsa, il responsabile della Compliance, Xavier Mombiela, è stato licenziato, adducendo mancanza di fiducia e dubbi su come era stata condotta l’indagine interna sui cartelli. Nella riunione di questo lunedì è stato nominato il suo sostituto, Lluís Mombiela, che dovrà però attendere il congresso per disporre di nuovi strumenti di controllo interno.

Il portavoce ha anche riconfermato la sostituzione di Marta Vilalta come portavoce del Parlamento, carica che ora occuperà Ester Capella. Il cambiamento, ha giustificato Alamany, mira a “dare slancio alla rappresentanza parlamentare”, cioè integrandosi con i responsabili della fase precedente. L’attuale presidente della panchina, Josep Maria Jove, non ha ancora risposto all’offerta di restare in carica. La nuova dirigenza ha anche assicurato di aver offerto agli altri due candidati perduti di proporre anche i nomi dei gruppi che elimineranno le presentazioni organizzative e politiche. Il portavoce del Congresso dei deputati, Gabriel Rufian, ne è uscito rafforzato.



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