Juli Guiu ha presentato le sue dimissioni irrevocabili dalla carica di vicepresidente marketing del FC Barcelona il giorno dopo che il presidente Joan Laporta ha celebrato con un taglio delle maniche e una prestazione grottesca allo stadio di Jeddah la decisione del Consiglio Superiore dello Sport di concedere la misura cautelare per il iscrizione di Dani Olmo e Pau Víctor. Non si tratta di dimissioni qualunque e nemmeno condizionate dalla prestazione di Laporta in semifinale di Supercoppa. La partenza di Guiu, uno dei dirigenti più emblematici del Barça per essere stato determinante nel firmare sponsorizzazioni come Spotify, è avvenuta comunque a causa della sua lontananza dal presidente del Barcellona.
Guiu, le cui dimissioni sono state annunciate da L’avanguardia e confermato da questo giornale, è stato anche una figura chiave in dipartimenti come l’ biglietteria e in diverse trattative di sponsorizzazione come “diritti di proprietà” dal Camp Nou. Nonostante alluda a motivi professionali in una lettera di dimissioni, la sua partenza avviene dopo un periodo di riflessione causato dal contratto firmato con Nike fino al 2038. Le trattative sono arrivate a un punto di rottura finché non si sono sbloccate quando è intervenuto Darren Dein. Il processo ha causato un deterioramento della figura di Guiu e un allontanamento da Laporta. Il vicepresidente, direttore del festival Cap Roig e presidente del Grup Clipper, ha preso le distanze dall’accordo e ha espresso il suo disaccordo con il consiglio di amministrazione per l’intervento di Dein.
Le dimissioni di Guiu si uniscono a quelle di Jordi Llauradó, responsabile dell’Espai Barça e che si è dimesso dopo l’accordo firmato con l’impresa edile Limak, e di Eduard Romeu, vicepresidente economico e uno dei garanti insieme a Josep Elías quando Laporta ha accettato la presidenza per il la seconda volta nel 2021. Sia Llauradó che Guiu si sono dimessi quando i loro ruoli sono stati discussi o declassati da Laporta. Alle dimissioni di tre dirigenti, dobbiamo aggiungere anche le dimissioni di un massimo di 24 dirigenti a partire dal 2021, alcuni particolarmente rilevanti come Ferran Reverter (amministratore delegato), Jordi Cruyff (direttore sportivo), Franc Carbó (direttore generale dell’Area Calcio), Maribel Meléndez (direttore generale aziendale) e Xavier Budó (direttore sportivo). In cambio, Laporta ha recentemente incorporato l’imprenditore Sisco Pujol in un consiglio di 17 direttori, il cui ruolo è ancora sconosciuto nell’organigramma dell’FC Barcelona.
Laporta ha accettato le “dimissioni irrevocabili” di Guiu a Jeddah e ha fatto riferimento alla conferenza stampa che ha convocato martedì prossimo a Barcellona. Laporta deve affrontare anche una denuncia da parte di un gruppo di membri davanti alla Commissione Disciplinare dell’FC Barcelona e un dibattito aperto nell’opposizione sulla possibile presentazione di un voto di sfiducia.