Javier Milei licenzia il capo della diplomazia e vota all’ONU per la revoca dell’embargo statunitense su Cuba
Da quando si è insediato, Milei ha cercato di orientare la politica estera argentina verso gli interessi statunitensi e israeliani.
Il Presidente argentino Javier Milei ha rimosso il Ministro degli Esteri Diana Mondino dal suo incarico mercoledì, poche ore dopo che l’Argentina aveva votato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la revoca dell’embargo economico statunitense su Cuba. L’ufficio presidenziale ha dato l’annuncio, riferisce la TASR, citando un rapporto dell’AP.
Il ministro Mondino è stato sostituito nel suo incarico dall’ambasciatore argentino negli Stati Uniti, Gerardo Werthein, ha riferito il portavoce presidenziale Manuel Adorni sulla piattaforma X. Non ha fornito motivazioni ufficiali. Non ha fornito una motivazione ufficiale del cambiamento. Tuttavia, l’ufficio del Presidente Millay ha successivamente confermato le notizie riportate dai media, secondo cui il motivo era proprio il voto dell’Argentina all’ONU – a favore della fine dell’embargo economico degli Stati Uniti nei confronti di Cuba.
“Il nostro Paese si oppone categoricamente alla dittatura cubana e continuerà a perseguire una politica estera che condanna tutti i regimi che violano i diritti umani e le libertà individuali”, ha dichiarato l’ufficio del presidente argentino. L’ufficio del presidente argentino ha aggiunto che il ministero degli Esteri sta per effettuare un “audit interno” per “identificare le persone che spingono un’agenda contraria alla libertà”.
Mercoledì scorso, 187 Paesi, tra cui l’Argentina, hanno votato a favore di una risoluzione non vincolante delle Nazioni Unite che chiede per la 32esima volta agli Stati Uniti di revocare l’embargo su Cuba. Solo gli Stati Uniti e Israele si sono opposti, mentre la Moldavia si è astenuta.
Da quando è entrato in carica nel dicembre 2023, Milei ha cercato di orientare la politica estera argentina verso gli interessi statunitensi e israeliani, commenta l’AP. Ad esempio, il leader argentino ha espresso pieno sostegno al governo di destra del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per i bombardamenti e l’invasione della Striscia di Gaza.
La sua posizione è diversa da quella della maggior parte dei Paesi latinoamericani. La Bolivia e la Colombia hanno addirittura interrotto le relazioni con Israele a seguito della guerra di Gaza e almeno cinque Paesi latinoamericani, tra cui il Brasile, hanno ritirato i loro ambasciatori da Tel Aviv.