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Javier Milei considera il Mercosur una “prigione e un ostacolo al progresso degli argentini”


Il presidente dell’Argentina ha criticato il blocco economico in occasione dell’annuncio dell’accordo di libero scambio con l’Unione europea questo venerdì (6) in Uruguay

EFE/EPA/OLGA FEDOROVAJavier Milei
“Ogni volta che lo Stato interviene genera un risultato peggiore di prima che entrasse in gioco”

Il presidente argentino, Javier Mileyha espresso insoddisfazione nei confronti del Mercosur dopo l’annuncio di un nuovo accordo commerciale con l’Unione europea. Nelle sue dichiarazioni, ha descritto l’organizzazione come una “prigione” e ha sostenuto che le limitazioni imposte dal blocco hanno rappresentato un ostacolo allo sviluppo economico dell’Argentina. Milei ha sottolineato che il Cile, ad esempio, esporta molto più di quello del Cile Argentina.

“Anche il Mercosur e le sue restrizioni sono stati un ostacolo al progresso degli argentini. Il Cile esporta 50 volte più ciliegie di noi, esporta 50 miliardi di dollari di rame all’anno, mentre noi ne esportiamo zero. Quanti nuovi mercati avremmo potuto sviluppare se fossimo stati aperti al mondo?”, ha dichiarato.

Inoltre, il presidente argentino ha criticato il nazionalismo che, secondo lui, ha portato al rifiuto dell’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Come esempio delle conseguenze di questa presa di posizione, ha fatto riferimento al fallimento dell’Area di Libero Scambio delle Americhe (ALCA), che non venne portata avanti nel 2005.

Per Milei, l’attuale struttura del Mercosur è obsoleta e non soddisfa più le esigenze del commercio. “Dobbiamo accettare che questo modello è esaurito. È il commercio che genera prosperità e che metterà fine alla grande piaga sudamericana, che è la grande povertà del nostro popolo. Autonomia senza smettere di rispettare i nostri accordi”, ha spiegato.

Milei ha sottolineato l’importanza del commercio per la prosperità economica e la lotta contro la povertà in Sud America. Ha sostenuto che il Mercosur, creato con l’obiettivo di integrare i mercati della regione, ha finito per trasformarsi in un sistema che privilegia la protezione invece dell’apertura commerciale. Il presidente ritiene che, se l’Argentina fosse più disposta ad aprirsi al mondo, potrebbe esplorare nuovi mercati e opportunità.

“Purtroppo, questo si è trasformato in un sistema per proteggere i mercati dei nostri paesi. L’inferno è lastricato di buone intenzioni. Ogni volta che lo Stato interviene, genera un risultato peggiore di quello precedente”, ha criticato il presidente argentino.

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Inserito da Victor Oliveira





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Luca

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