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Itamaraty valuta che il Sudafrica dovrà affrontare “ulteriori sfide” nel corso della presidenza del G20


Questo martedì (19), il Brasile trasmette la presidenza del G20 al Sudafrica, mentre i suoi diplomatici celebrano la dichiarazione dei leader firmata da tutti i membri del gruppo. La valutazione dei membri del Ministero degli Affari Esteri, tuttavia, è che Cyril Ramaphosa dovrà affrontare “più sfide” di Lula.

Lo scenario più avverso riguarda il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Secondo le fonti, la percezione è che il repubblicano si unirà a Javier Milei, presidente dell’Argentina e punto dissonante del vertice di Rio de Janeiro, in avversione all’agenda multilaterale.

In seguito alla trasmissione di Lula a Ramaphosa, gli Stati Uniti entrano nella cosiddetta “troika del G20”, che riunisce la precedente, l’attuale e la successiva presidenza del gruppo (in questo caso, quella del colosso nordamericano, nel 2026). In questo primo momento di interazione, dice un diplomatico, “sarà possibile misurare la temperatura” delle azioni di Trump.

Per questi rappresentanti delle relazioni estere, il G20 e altri gruppi internazionali sono sensibili alla mancanza di impegno politico, e il timore è che il mancato impegno degli Stati Uniti svuoterà il forum. “Le prospettive sono pessime, [a gestão Trump] dovrebbe influenzare negativamente il G20. Un certo prezzo verrà addebitato, resta da vedere quale”, ha detto un diplomatico riservato.

Sebbene Milei abbia giocato duro contro i riferimenti alla tassazione dei super-ricchi e agli aspetti dell’Agenda 2030, come l’emancipazione femminile e il riconoscimento della calamità climatica, questi temi sono stati inclusi nella dichiarazione finale. Alla fine, l’Argentina ha anche firmato l’Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà, guidata dal Brasile.

Si scopre, tuttavia, che l’economia americana è circa 40 volte più grande di quella argentina, e il potere politico di vietare i dibattiti sarebbe superiore. Nel 2019, il vertice del G20 di Osaka, in Giappone, si è concluso senza consenso, con gli Stati Uniti di Trump che hanno scelto di non approvare la dichiarazione finale, svuotando la definizione.



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