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Itamaraty difende una soluzione pacifica alla crisi della legge marziale in Corea del Sud



Martedì sera (3) il governo federale ha dichiarato di seguire “da vicino” gli sviluppi della dichiarazione della legge marziale in Corea del Sud e la sua successiva abolizione. Itamaraty ha difeso una “soluzione pacifica basata sul rispetto dei diritti umani” alla crisi.

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha dichiarato la legge marziale d’emergenza per proteggere “l’ordine costituzionale” e ha accusato la principale forza di opposizione, il Partito Democratico (PD), di essere “filo-Corea del Nord”. I media locali hanno sottolineato che Yoon ha adottato il provvedimento solo dopo disaccordi con l’opposizione.

“Il governo del Brasile esprime la sua aspettativa per una soluzione pacifica, basata sul rispetto dei diritti umani, delle istituzioni democratiche e dello stato di diritto, e riafferma la fiducia nel dialogo come via verso soluzioni che garantiscano la normalità istituzionale e la pace nella penisola coreana”, disse Itamaraty.

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Nel comunicato, il governo federale ha sottolineato che “non vi è, ad oggi, alcuna traccia di incidenti consolari che coinvolgano cittadini brasiliani”. Anche il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco (PSD-MG), ha espresso preoccupazione per la crisi politica in Corea del Sud.

“A nome del Senato Federale, il nostro documento di solidarietà al popolo coreano e la nostra solidarietà al Parlamento della Corea del Sud per questo evento riportato oggi da tutti i principali media. Pertanto, questo documento della Presidenza del Senato in segno di apprezzamento per democrazia di quel paese”, ha affermato Pacheco aprendo la sessione questo pomeriggio.

Dopo aver abrogato la legge marziale, Yoon è oggetto di richieste di dimissioni

La decisione di Yoon ha suscitato scalpore in tutto il Paese e ha portato centinaia di persone a protestare davanti all’Assemblea nazionale, il parlamento del Paese, a Seoul. In una sessione plenaria straordinaria, i parlamentari hanno approvato la sospensione della legge marziale.

La Costituzione sudcoreana obbliga il presidente a fare marcia indietro se il Parlamento vota a favore del ritiro dell’ordine. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Vedant Patel ha addirittura affermato di sperare che gli incidenti in Corea del Sud vengano risolti “pacificamente” e “nel rispetto dello stato di diritto”.

Alcune ore dopo la sessione del Parlamento, Yoon ha sospeso il decreto. L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha riferito che la legge marziale è stata indetta dopo che il PD ha approvato, senza il sostegno del People Power Party (PPP), il partito di Yoon, un bilancio generale per il 2025 con diversi tagli, nonché mozioni di licenziamento del procuratore generale e del responsabile della controllo dei conti degli enti pubblici.

La presidenza di Yoon è stata seriamente indebolita da quando il PD ha vinto le elezioni legislative di aprile. Di conseguenza, il governo non è stato in grado di approvare le leggi proposte. Adesso il presidente sudcoreano deve essere il bersaglio di richieste di spiegazioni e di procedure di dimissioni o impeachment. (Con Agenzia EFE)

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Luca

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