Israele lascia l’esercito ad “alto livello di preparazione” dopo aver lanciato attacchi in Siria
Israele ha incaricato le sue forze militari di “mantenere un alto livello di preparazione e di monitorare continuamente” la Siria, secondo quanto dichiarato dal Ministero della Difesa del Paese in una dichiarazione di venerdì (6).
L’istruzione arriva dopo che Israel Katz, ministro della Difesa israeliano, e Herzi Halevi, capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane (IDF), “hanno condotto una valutazione della situazione della sicurezza a seguito dei conflitti in Siria”.
L’esercito “è preparato ad ogni scenario e determinato a proteggere i cittadini di Israele e gli interessi di sicurezza nazionale in ogni momento”, sottolinea la dichiarazione.
Venerdì scorso, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver lanciato attacchi aerei all’interno della Siria, su posizioni ritenute utilizzate da Hezbollah per contrabbandare armi.
L’IDF ha affermato che gli attacchi aerei sono stati condotti su “rotte di contrabbando di armi e siti di infrastrutture terroristiche” vicino al confine della Siria con il Libano, nel tentativo di “sventare le operazioni di contrabbando di armi” utilizzate dal gruppo sostenuto dall’Iran.
Comprendere il conflitto in Siria
La guerra civile in Siria è iniziata durante la Primavera Araba del 2011, quando il regime di Bashar al-Assad represse una rivolta pro-democrazia.
Il paese è precipitato in un conflitto su vasta scala quando è stata formata una forza ribelle, nota come Esercito siriano libero, per combattere le truppe governative.
Inoltre, anche lo Stato Islamico, un gruppo terroristico, è riuscito a prendere piede nel paese ed è arrivato a controllare il 70% del territorio siriano.
I combattimenti si sono intensificati man mano che altri attori regionali e potenze mondiali – dall’Arabia Saudita, all’Iran, dagli Stati Uniti alla Russia – si sono uniti, trasformando la guerra del paese in quella che alcuni osservatori hanno descritto come una “guerra per procura”.
La Russia si è alleata con il governo di Bashar al-Assad per combattere lo Stato Islamico e i ribelli, mentre gli Stati Uniti hanno guidato una coalizione internazionale per respingere il gruppo terroristico.
Dopo un accordo di cessate il fuoco nel 2020, il conflitto è rimasto in gran parte “dormiente”, con scontri minori tra i ribelli e il regime di Assad.
Secondo le Nazioni Unite, più di 300.000 civili sono stati uccisi in più di un decennio di guerra, e milioni di persone sono state sfollate in tutta la regione.