Indra finalizza l’acquisto di Hispasat da Redeia per crescere nel settore aerospaziale | Economia
Indra sta finalizzando l’acquisto del gestore satellitare Hispasat da Redeia, il suo attuale proprietario, secondo diverse fonti vicine alla situazione, per creare un campione nazionale che le permetterà di crescere nel settore spaziale. Entrambe le società stanno definendo gli ultimi dettagli e, se non ci saranno colpi di scena dell’ultimo minuto, l’operazione sarà sottoposta a breve ai rispettivi consigli di amministrazione per l’approvazione, dicono diverse fonti consultate. Dopo mesi di difficili trattative, l’acquisizione è stimata in oltre 650 milioni di euro. Fonti di Redeia, Indra e Hispasat hanno rifiutato di commentare.
L’operazione è sul mercato da molti mesi. Essa, infatti, ha preso forma dopo che l’amministratore delegato di Indra, José Vicente de los Mozos, ha aperto le porte al potenziale acquisto del gestore satellitare nel marzo dello scorso anno, in concomitanza con la presentazione del suo piano strategico. In occasione di questo evento, l’azienda ha già ammesso che il suo obiettivo è diventare un campione nazionale entro la fine di questo decennio sia nel settore spaziale che in quello della difesa. Con questa ambizione, Hispasat diventa un obiettivo prioritario, poiché la società, oltre alle attività satellitari civili, possiede un’importante azienda militare, Hisdesat. Soprattutto in un momento geopolitico in cui i conflitti nel mondo si stanno intensificando. La creazione di diversi blocchi e l’arrivo di Trump negli Stati Uniti costringono gli stati alleati della NATO ad aumentare i propri bilanci per la difesa, un elemento chiave di cui Indra potrebbe beneficiare. In effetti, è così che il mercato lo interpreta. La società è passata dai 5 euro per azione di fine 2020, dopo la pandemia, agli attuali quasi 19 euro.
La sua idea è quella di diventare il consolidatore del settore spaziale a livello nazionale, passo che le permetterebbe di competere per grandi premi internazionali. In questa chiave, già quest’estate ha annunciato l’acquisto di Deimos, la filiale spaziale di Elecnor. Sul mercato si ipotizza che l’astronauta Pedro Duque, presidente di Hispasat ed ex ministro della Scienza, diventerà il leader dell’intera filiale spaziale di Indra. Duque gode di ampio riconoscimento nel settore spaziale in tutto il mondo.
L’operazione, però, è diventata una sfida, poiché allineare gli interessi di tutte le parti non è facile. Anche se strategicamente l’operazione può avere senso sia per Indra che per Redeia – società madre di Red Eléctrica (REE) – e per Hispasat, la questione più difficile da risolvere resta quella del prezzo di acquisto, per il quale ci sarebbe già un accordo.
I movimenti al vertice che si sono scatenati con la sostituzione di José María Álvarez-Pallete a Telefónica meno di una settimana fa potrebbero aver contribuito ad accelerare questo accordo. L’arrivo di Ángel Escribano alla presidenza di Indra è stato letto nel settore come un movimento a favore dell’acquisto di Hispasat.
Redeia ha pagato ad Abertis 933 milioni di euro per l’88,68% del capitale sociale di Hispasat nel 2019. Tuttavia, da allora si sono verificate una serie di circostanze che hanno abbassato quel prezzo. La stessa Hispasat ha dovuto registrare un peggioramento di oltre 122 milioni di euro nel 2021, come dettagliato nei suoi conti. Il business satellitare ha subito grandi cambiamenti negli ultimi anni. Gli esperti del settore sottolineano che i satelliti più preziosi oggi sono quelli in orbita bassa. Proprio in questo campo stanno crescendo vertiginosamente le aziende fondate da magnati americani come Elon Musk o Jeff Bezos, due tra i miliardari più ricchi del mondo, che hanno creato rispettivamente Starlink e Blue Origin.
Gli analisti sottolineano che Hispasat e altre società hanno molti satelliti in orbita più alta e questo può penalizzarle attualmente fino a quando non si adatteranno, processo in cui sono immerse. Negli ultimi anni aziende paragonabili come Eutelsat, una società satellitare francese, hanno registrato un forte calo in borsa. Nel 2019 le sue azioni erano intorno ai 17 euro, mentre ora sono poco sopra i due euro.
Con queste condizioni il prezzo concordato potrebbe superare i 650 milioni di euro. Per Redeia si tratta di un’operazione che viene letta anche come vantaggiosa. Dal 2024 l’azienda ha subito un duro colpo sui suoi ricavi a causa della fine della vita regolamentare di tutti gli asset ad alta tensione che possedeva prima del 1998. Dopo la vendita parziale delle sue attività di telecomunicazioni a KKR per 995 milioni, cedere Hispasat le consentirebbe di migliorare la propria valutazione finanziaria proprio ora che si trova ad affrontare la sfida di realizzare investimenti in reti per circa 1.000 milioni di euro all’anno per integrare la massiccia installazione di energie rinnovabili in Spagna. Un obiettivo che richiede una ferrea salute finanziaria per essere redditizio.
L’acquisto di Hispasat da parte di Indra è una delle numerose operazioni che potrebbero scoppiare nei prossimi mesi tra grandi società quotate il cui maggiore azionista è SEPI. Un’altra chiave per l’azienda tecnologica è la potenziale vendita di Minsait, la sua attività di tecnologia civile. La società aveva già annunciato nel settembre 2024 davanti alla CNMV di aver avviato un processo formale di vendita per la filiale dei pagamenti di Minsait. Per questo processo ha ingaggiato Citi e AZ Capital, anche se per ora i segnali di interesse sono freddi, dicono fonti del settore. Ci sono grandi fondi europei specializzati in tecnologia come Apax che hanno mostrato interesse ad acquisire il 100% di Minsait.
Tuttavia, ciò che più fa rumore sul mercato nell’ultima settimana è la possibilità che Minsait passi nelle mani di Telefónica Tech. L’arrivo di Murtra alla presidenza esecutiva dell’operatore potrebbe giocare a favore di questa mossa societaria. poiché nessuno meglio dell’ex presidente di Indra conosce questa azienda e il potenziale che potrebbe offrire all’azienda di Las Tablas, il cui titolo ha perso slancio negli ultimi anni a causa della svalutazione del settore delle telecomunicazioni. Minsait potrebbe offrire il percorso necessario per rilanciare l’azienda. I suoi principali azionisti (SEPI, Criteria Caixa, i sauditi di STC e BBVA) hanno chiesto di aprire una nuova fase con il ricambio ai vertici della società.