In Brasile la spesa fiscale passa dal 4,3% del Pil nel 2010 al 6,9% nel 2024
Il rapporto FGV suggerisce la necessità di riforme volte a ridurre l’impatto degli incentivi fiscali sulle finanze pubbliche
La spesa fiscale in Brasile ha mostrato una crescita significativa, passando dal 4,3% del PIL nel 2010 al 6,9% nel 2024, come rivelato da uno studio di Fondazione Getulio Vargas. Nel 2002, questa percentuale era solo del 2,1%. L’indagine analizza le deroghe e le esenzioni fiscali a livello federale e statale, evidenziando la notevole quantità di risorse che il governo non riesce a raccogliere. Il rapporto suggerisce la necessità di riforme volte a ridurre l’impatto degli incentivi fiscali sulle finanze pubbliche. La spesa fiscale federale è rimasta intorno al 4,5% del Pil, con previsioni che raggiungerà il 5% nel 2024 e nel 2025. Il contributo statale varia tra l’1,5% e il 2%.
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Queste spese fiscali rappresentano la perdita di entrate pubbliche derivante da riduzioni, esenzioni o esclusioni fiscali. Lo studio critica la mancanza di trasparenza nel modo in cui vengono contabilizzate queste spese, sottolineando incoerenze nella metodologia utilizzata tra Stati e nel tempo. I ricercatori sostengono che molte proposte di esenzione fiscale mancano di formulazione e finanziamento adeguati.
Dal 2019, il Public Policy Monitoring and Assessment Council (CMAP) ha condotto 34 valutazioni sulla spesa indiretta, ma le raccomandazioni formulate non si sono ancora tradotte in cambiamenti effettivi alle politiche di spesa fiscale. Questo rapporto fa parte di una serie di studi sul tema, realizzati in collaborazione con il Tax Expenditures Lab e con il supporto dell’istituzione Samambaia.
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Pubblicato da Fernando Dias