Il Consiglio dei ministri ha approvato giovedì la nomina di Joan Groizard, finora a capo dell’Istituto per la diversificazione e il risparmio energetico (IDAE), a Segretario di Stato per l’Energia, carica ricoperta fino a lunedì dal nuovo terzo vicepresidente Il ministro per la transizione ecologica e la sfida demografica, Sara Aagesen. Resterà in carica l’attuale segretario di Stato per l’Ambiente, Hugo Morán, di cui gode la grande fiducia da parte della già designata numero due della Commissione Europea, Teresa Ribera.
Con la nomina di Groizard (Palma di Maiorca, 1989) e il mantenimento di Morán (Campomanes, Asturie, 1963), Aagesen garantisce la continuità di un ministero storicamente caratterizzato dallo shock permanente e dalla danza dei nomi. Anche nelle politiche portate avanti nella fase Ribera: entrambe hanno un profilo chiaramente green.
Groizard assumerà il ruolo di braccio destro del vicepresidente per gli affari energetici dopo cinque anni alla guida dell’IDAE, un ente dipendente dal Ministero per la Transizione ecologica e la Sfida demografica incaricato sia di gestire gli aiuti che di accelerare l’adozione delle rinnovabili e del finanziamento di progetti innovativi in quell’area. Il suo profilo, molto progressista, è tecnico e politico quasi in parti uguali.
Ingegnere Energetico e Ambientale presso l’Università di Cambridge (Regno Unito), ha lavorato inizialmente come consulente e nella promozione e sviluppo di progetti eolici e fotovoltaici. È sbarcato nell’arena politica nell’estate del 2015, assumendo la carica di direttore generale dell’Energia e del Cambiamento Climatico delle Isole Baleari sotto Francina Armengol. Nel novembre 2018 approda all’IDAE come responsabile delle Energie Rinnovabili e del Mercato Elettrico, appena un anno dopo prende in mano le redini dell’Istituto. Adesso, a 35 anni, diventa uno dei più giovani Segretari di Stato del Governo.
Grande difensore dell’elettrificazione e dell’auto a batteria – “un mondo decarbonizzato è un mondo in cui tutti gli usi che possono essere elettrificati in modo efficiente sono elettrici”, ha detto a febbraio in un’intervista a EL PAÍS –, eredita sfide importanti per il prossimi anni. Il primo, e forse il più importante, sarà l’adattamento delle reti elettriche al nuovo panorama energetico, molto più decentralizzato e in cui il peso delle rinnovabili è cresciuto in modo esponenziale. Anche il miglioramento delle loro retribuzioni, cosa che sia Red Eléctrica de España (REE, responsabile delle infrastrutture ad alta tensione) che Iberdrola, Endesa, Naturgy ed EDP (media e bassa tensione) chiedono da tempo. Le società elettriche chiedono inoltre di eliminare il tetto massimo di investimenti annuali nelle reti, attualmente legato al Pil.
Ci sono più fronti aperti con il settore. L’imposta sulle società energetiche, che il Governo e i suoi partner hanno concordato di estendere ma i cui dettagli (soprattutto le detrazioni per gli investimenti green) sono ancora in attesa di negoziazione, ha aperto un importante fronte di controversia. Anche nucleare, con alcune voci che chiedono l’ampliamento degli impianti: se continuasse l’attuale calendario – concordato in precedenza con le società elettriche e che l’Esecutivo non sembra avere intenzione di modificare – l’ultimo reattore chiuderebbe nel 2035. La definizione Si attende anche il meccanismo di capacità promosso da Bruxelles, chiamato a garantire una remunerazione ragionevole alle principali fonti elettriche per evitare interruzioni della fornitura. Tra questi, batterie, impianti di pompaggio oleodinamici e cicli combinati a gas naturale. L’ultimo punto in sospeso è la nomina del presidente della Commissione Nazionale per l’Energia (CNE), recentemente recuperata.
Alla guida dell’IDAE, il sostituto di Groizard sarà Miguel Rodrigo, finora responsabile del dipartimento Conoscenza, Sviluppo di nuovi modelli di business e Competitività dello stesso istituto.
Hugo Morán
Hugo Morán continuerà a condurre la più classica tappa ambientalista. È a capo della Segreteria di Stato per l’Ambiente dal 2018, quando è stato scelto da Teresa Ribera per tale incarico, ed è membro del PSOE. Ha fatto parte dell’esecutivo socialista ed è stato legato all’area di transizione ambientale ed ecologica all’interno del suo partito, da dove è passato al ministero. Inoltre, ha ricoperto diversi incarichi a livello locale e regionale nel Principato delle Asturie.
Nelle ultime settimane Morán è stato costretto a fare i conti con le accuse del PP per la gestione dei danni mortali a Valencia. Dal suo dipartimento dipendono sia l’Agenzia Meteorologica Statale (Aemet) che la Confederazione Idrografica Júcar (CHJ). Entrambe le entità devono trasmettere informazioni adeguate affinché si possa adottare l’allerta in caso di fenomeni estremi e quelli popolari hanno cercato di scaricare la colpa su queste due entità in casi come quello del burrone di Poyo.
Ripensare gli allarmi in caso di episodi come quella caduta di freddo distruttiva o le ondate di caldo e freddo in un contesto di cambiamento climatico sarà una delle sfide che questo dipartimento dovrà affrontare nei prossimi mesi. Inoltre, è necessario continuare a sviluppare le politiche idriche con un focus importante sulla depurazione delle acque reflue, una questione pendente in Spagna e che ha portato la Commissione Europea a tenere il paese nel mirino. La scarsa depurazione ha fatto sì che la Spagna ricevesse la più grande multa europea imposta alla Spagna in tutta la storia.
Lo sviluppo e la dichiarazione di nuove aree protette dipende anche dall’area Ambiente del Ministero. E c’è soprattutto nel radar di questo dipartimento: il parco nazionale nelle acque dell’isola canaria di El Hierro, il cui processo di dichiarazione è iniziato a luglio ma che deve ancora superare qualche riluttanza da parte di alcuni settori locali prima di poter andare avanti. E nel capitolo delle complicate questioni in sospeso c’è anche il cambiamento del modello di riciclaggio delle bottiglie di plastica che dovrà essere attuato in Spagna dopo la conferma del fallimento dell’attuale sistema, basato sui contenitori gialli.