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Il TSJM considera “incompiute” le indagini sul numero tre di Ayuso e ordina al gip di completare le indagini | Notizie di Madrid



La Corte Superiore di Giustizia di Madrid (TSJM) ha deciso questo giovedì di rinviare il caso aperto contro Ana Millán, vicepresidente dell’Assemblea regionale e numero tre del PP di Madrid, al giudice di Navalcarnero che lo ha incaricato, con l’ordinanza che completa le indagini e, se del caso, invia un’esposizione motivata dei presunti reati di cui è accusato l’imputato, poiché per ora ha esposto “una serie di fatti che oggettivamente non hanno di per sé la natura di reato”. Questo è affermato in un’auto avanzata da Efe ssul caso che riguarda l’ex sindaco di Arroyomolinos, che cerca di chiarire se esiste una relazione tra i sette appalti pubblici del Dipartimento della Gioventù del Comune di Arroyomolinos (Madrid) ottenuti tra il 2006 e il 2011 dalle società di Francisco Roselló, e che il un uomo d’affari ha pagato il mutuo e la comunità dei vicini per un attico di proprietà di Millán mentre lei era consigliera responsabile di quel portafoglio.

Il TSJM sostiene così la posizione della Procura, che a settembre ha chiesto al giudice istruttore di Navalcarnero di presentare una dichiarazione motivata sull’indagine in modo che l’organo superiore possa “valutare la propria competenza in relazione all’indagine e al perseguimento dei fatti che sono all’origine oggetto dell’indagine”. Contrariamente al parere di quel giudice, che accogliendo la richiesta del pubblico ministero in ottobre aveva anche precisato l’esistenza, a suo avviso, di “indizi solidi e giustificati” della presunta commissione di quattro reati da parte del numero tre di Ayuso (prevaricazione, corruzione, influenza spaccio e truffa ai danni della pubblica amministrazione), ora la Corte di Cassazione smentisce tale conclusione.

Così, i magistrati del TSJM chiariscono che il gip ha inviato loro in giugno un’ordinanza restrittiva che “non stabilisce un rapporto preciso (…) tra una serie di fatti che oggettivamente non hanno natura di reato e l’ottenimento di di alcuni benefici patrimoniali, per sé o per persone del suo ambiente familiare, o che costituiscano un atto di traffico di influenze o di presunta corruzione nell’esercizio della sua carica.”

Per questo motivo, il TSJM richiede all’investigatore, come prima la Procura, oltre a presentare una dichiarazione motivata, di completare l’indagine del caso, raccogliendo le dichiarazioni del compagno di Millán e di un altro testimone.

L’arrivo del caso al TSJM in giugno ha provocato una tempesta politica che non si placa, dal momento che Más Madrid e il PSOE hanno chiesto le dimissioni del vicesegretario regionale del PP. Tuttavia, il PP, da Díaz Ayuso in giù, resta fermo nel suo sostegno all’indagine e alle sue spiegazioni.

L’attuale deputata sostiene che i 51.104,67 euro ricevuti dalla società e dall’imprenditore, secondo la documentazione giudiziaria, erano semplicemente il pagamento per l’affitto della sua casa a favore di Roselló, che avrebbe anche riaffittato l’immobile. Sia la sorella che il compagno di Millán hanno ricevuto pagamenti da società legate all’imprenditore (rispettivamente 88.642,42 euro e 37.578,04) e come redditi da lavoro e attività economiche, secondo la documentazione del tribunale.

Inoltre, nei conti di Millán “si trovavano numerose ricevute di cassa [por valor de 42.650,00 euros] di origine sconosciuta anch’esso a partire dal 2008”, lo stesso anno in cui sarebbero iniziati i pagamenti da parte di Rosell e delle sue società per l’affitto e i servizi della coppia e della sorella del politico.

“Tutto ciò che riguarda il Gruppo Educativo [una de las empresas de Roselló] “Ana Millán l’ha portato personalmente”, ha dichiarato un’assistente amministrativa del Comune che ha lavorato a stretto contatto con il consigliere come testimone. “Ana Millán lavorava da sola con il suo direttore, Francisco Roselló, chiudendosi nel suo ufficio”, ha descritto come trascritto dalla Guardia Civil, alla quale la testimone sottolinea che lei non era presente a nessuno di questi incontri, mentre partecipava a quelli avvenuti con altre società; e che Millán “l’ha portata via, non lasciandola intervenire”. E ha insistito: “Quando quelli del Grupo Educativo andavano al loro consiglio, si chiudevano nell’ufficio di Ana Millán”.

Per gli inquirenti, che ricordano che ogni loro conclusione va intesa in termini di presunzione, è stata dimostrata, secondo la documentazione giudiziaria, la partecipazione “attiva” dell’attuale deputato all’assunzione. Millán, però, difende la sua innocenza e il PP lo sostiene senza crepe.



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