Il 3° Collegio del Tribunale Regionale del Lavoro della 2a Regione (TRT-2) ha deciso, martedì (3), che non esisteva alcun rapporto di lavoro tra i conducenti e la piattaforma di trasporto 99. La decisione presa dal tribunale di San Paolo risponde alla azione civile pubblica intentata dal Pubblico Ministero del Lavoro (MPT) nel 2021, che chiedeva il riconoscimento del diritto a un contratto formale, il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro e l’imposizione di una sanzione qualora l’impresa non rispettasse le norme frase.
In una nota inviata a Gazzetta del Popolol’Associazione brasiliana per la mobilità e la tecnologia (Amobitec) ha celebrato il risultato, sottolineando che la decisione “rafforza la sicurezza giuridica per l’intero settore”. Secondo André Porto, direttore esecutivo dell’ente, “il rapporto di lavoro previsto dalla CLT non si applica al lavoro mediato da candidature”.
Amobitec ha inoltre dichiarato di partecipare attivamente alle discussioni nei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, cercando di dimostrare che il modello occupazionale tradizionale, previsto dal Consolidamento delle leggi sul lavoro (CLT), è incompatibile con la realtà delle piattaforme digitali.
Dal 2022, il Ministero del Lavoro conduce dibattiti sulla regolamentazione dei rapporti di lavoro sulle piattaforme digitali. Un disegno di legge inviato al Congresso propone la creazione della “piattaforma del lavoratore autonomo”, con pagamento basato sulle ore lavorate. Tuttavia, la proposta non è avanzata nella legislatura e copre solo gli autisti, senza includere i fattorini, a causa di impasse sulle aliquote dei contributi previdenziali.
Le decisioni in tribunale sono divergenti
La decisione a favore del 99 contrasta con le recenti intese della stessa TRT-2. Nel mese di settembre i gruppi 2 e 14 del tribunale hanno riconosciuto, in ricorsi individuali, il rapporto di lavoro tra i lavoratori e le piattaforme di recapito Rappi e Levoo Tecnologia.
Queste decisioni preoccupano le aziende del settore, che fanno affidamento sui precedenti del Tribunale federale (STF). Dalla regolamentazione delle piattaforme nel 2018, la STF ha ribadito l’inapplicabilità delle norme CLT ai lavoratori di queste aziende. Nel dicembre 2023 il 1° Collegio della STF ha deciso all’unanimità che non sussisteva alcun rapporto di lavoro in casi simili.
Prossimi sviluppi sul lavoro per applicazione
Il dibattito sulla regolamentazione del lavoro attraverso le candidature è lungi dall’essere concluso. Giovedì (5), il 1° collegio giudicante del TRT-2 giudicherà una nuova azione civile pubblica proposta dal MPT contro iFood. Lunedì prossimo (9), in un’audizione pubblica convocata dal ministro della STF Edson Fachin si discuterà la possibilità di riconoscere un rapporto di lavoro tra gli autisti e Uber.
La sentenza di questo ricorso, prevista per il 2025, avrà ripercussioni generali, definirà cioè l’intesa applicata a tutti i casi simili. Fachin, relatore del provvedimento, non ha ancora preso posizione sul tema, ma ha sottolineato che la discussione “è una delle più incandescenti nell’attuale situazione laburista-costituzionale, catalizzando dibattiti e divergenze consistenti”.