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Il tormento di Ansu Fati: il giocatore del Barcellona è nuovamente infortunato | Calcio | Sport



Ansu Fati non si riposa dal tormento fisico o emotivo. Il giocatore del Barça si è infortunato nuovamente questo mercoledì in allenamento, un problema muscolare al bicipite femorale della gamba destra che lo terrà fuori dal campo per quattro settimane, come ha annunciato mercoledì l’FC Barcelona. Una nuova battuta d’arresto e battuta d’arresto nella sua carriera, segnata dalle aspettative, ma soprattutto dai suoi problemi fisici: in totale, 615 giorni fuori dal campo, 123 partite perse dal 2020, quando si è rotto il ginocchio.

Ha emozionato una tifoseria del Barcellona priva di icone dopo l’addio di Leo Messi, e ha finito per perdersi in rosa, senza minuti con Xavi Hernández, e senza minuti con De Zerbi al Brighton nell’anno del prestito. Al suo ritorno a casa con Flick, il futuro sembrava di nuovo pieno di speranza, con fiducia in una nuova opportunità per Ansu Fati. La realtà? Ha saltato parte del precampionato e in questa stagione ha giocato solo sette partite, di cui solo una all’inizio, per un totale di 158 minuti, nonostante i suoi sforzi per rimettersi in forma. E gli assist e i gol che proiettavano il giocatore come promessa? Nessuna traccia.

Impantanato nel costante enigma del perché non ritorni allo stesso livello che aveva mostrato ai suoi tempi. Per gli organi sanitari Fati non può fare sforzi prolungati: un possibile problema al tendine del ginocchio – short hamstring sindrome, cioè maggiore rigidità del muscolo – che non gli permetterebbe di fare gare continuative. Sforzi fisici che costituiscono un ostacolo e che potrebbero spiegare la loro mancanza di esplosività e sprint nelle partite. Per i suoi colleghi è un problema di fiducia, di pensiero condiviso nella stessa direzione con persone che lo conoscono, che riconosce come una questione mentale.

Ma quando è tornato al Barcellona ha avuto la fiducia del club e di Flick. A inizio precampionato, viste le prestazioni mostrate in allenamento abbinate alla rosa corta, il tecnico tedesco contava su di lui. Ma quando era al meglio, si è infortunato nuovamente: la fascite plantare gli ha impedito di proseguire, di viaggiare per la tournée amichevole degli Stati Uniti e di iniziare anche la stagione in corso. “Dobbiamo aiutare Ansu a tornare più forte”, disse allora l’allenatore. Con l’arrivo dell’allenatore tedesco – fedele sostenitore della preda – al giovane giocatore è stata promessa una seconda possibilità, una guida per rinnovare la sua vita al Barcellona e un nuovo orizzonte. Flick si è fidato di Fati, e anche Fati si è fidato di Flick: il tecnico gli ha spiegato quale sarebbe stato il suo ruolo in squadra, e i blaugrana hanno accettato, felici con il tecnico di vedere che non si è lasciato ingannare. Ha debuttato, brevemente, contro il Monaco il 19 settembre. “Ha davvero una buona qualità. L’ho visto la scorsa settimana e anche quando abbiamo iniziato la preseason. Lo vedo bene. Ma penso che abbia bisogno di un po’ di tempo adesso. Ci preoccupiamo per lui perché è importante che i giocatori possano giocare e non si infortunino di nuovo”, ha confessato Flick dopo la partita.

Da quando è tornato, la sua importanza è stata scarsa, sminuita anche dall’emergere di una grande versione di Raphinha. Ha giocato solo sette delle 17 partite possibili, non riuscendo a superare i 26 minuti giocati a partita in sei di esse. Solo nel duello contro il Siviglia – l’unico in cui è partito titolare, sostituendo Eric García dopo aver lasciato il riscaldamento infortunato – ha raggiunto i 76 minuti. Partite in cui non ha segnato né assistito, prestazioni senza gloria per lui. Quando la Ciudad Deportiva ha iniziato a parlare della necessità di acquisire fiducia per recuperare il livello, il giovane si è infortunato nuovamente. Negli ultimi cinque anni ci sono state fino a 12 interruzioni dovute a problemi fisici.

Molto prima, aveva preso il volo al Barcellona, ​​battendo il record di precocità che Lamine Yamal adesso frantuma. È stato lui a fare scalpore, uscendo dalla cava e approdando in una squadra di stelle come Messi, Luis Suárez e Griezmann. Una carriera che si preannunciava promettente e che lo ha portato a far parte del grosso dei giocatori del superagente Jorge Mendes, sempre attento ai talenti emergenti. Ma il 7 novembre 2020 si è strappato il menisco in una partita contro il Betis. 305 giorni fuori dal campo, quattro interventi. Di conseguenza, una serie di problemi fisici. Dopo la partenza di Messi, i tifosi del Barcellona sono rimasti senza figure e tutti gli occhi erano puntati su Fati. Si prestava come icona, ne ereditava i 10, ma anche il peso della giacca e l’entusiasmo, a soli 18 anni. E ha rinnovato fino al 2027, con una clausola rescissoria da un miliardo di euro. È diventato il salvatore del culé, ma i gol erano scarsi, gli infortuni lo perseguitavano e nel 2023 è stata decisa una trasferta di andata e ritorno a Brighton. Adesso c’è chi sostiene che, forse, il suo decollo sia stato accelerato dalle esigenze del Barcellona.

È andato in Premier alla ricerca di se stesso, di aria nuova e di rinascita. Ma, ancora una volta, un altro problema fisico, un infortunio al polpaccio, ha fatto deragliare i suoi progressi e lo ha lasciato fuori dalla squadra dalla fine di novembre al febbraio di quella stagione. Ha saltato 14 partite. “Deve dare qualcosa in più, perché quello che sta facendo non basta. […] Ha bisogno di migliorare le sue prestazioni, la sua condizione fisica e la sua mentalità”, aveva confessato De Zerbi ad aprile. L’allenatore ha smesso di contare su di lui e ha concluso il suo incarico fallito con quattro gol in 27 partite e con sempre più minuti in panchina che in campo.

Adesso le ferite lo puniscono nuovamente, e il suo tormento continua. Fati, nel frattempo, si perde in un percorso che era pieno di speranza, e che vuole essere di nuovo tale.



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Luca

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Salve, mi chiamo Luca e sono l'autore di questo sito con utili consigli di cucina. Sono sempre stato affascinato dalla cucina e dagli esperimenti culinari. Grazie a molti anni di pratica e all'apprendimento di diverse tecniche culinarie, ho acquisito molta esperienza nel cucinare diversi piatti.