Il telelavoro continua ad essere oggi una formula alla portata di molti lavoratori, nonostante i livelli di splendore raggiunti durante la pandemia da allora si siano progressivamente inariditi. Secondo l’ultima indagine sulle attrezzature e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nelle case pubblicata questo giovedì dall’Istituto nazionale di statistica (INE), la percentuale di persone occupate che telelavorano è leggermente aumentata nell’ultimo anno: 1,3 punti percentuali. , nello specifico, a rappresentare il 15,1% di tutti i lavoratori (poco più di quattro milioni, secondo l’ultimo conteggio EPA). Il numero medio di giorni in cui non si sono recati al lavoro è stato di 3, praticamente lo stesso dell’anno precedente, con una statistica che è rimasta pressoché invariata negli ultimi anni.
La determinazione del numero di giorni in cui i dipendenti di un’azienda possono svolgere la propria attività senza recarsi sul posto di lavoro deve essere concordata attraverso la contrattazione collettiva. Tuttavia, nonostante la richiesta maggioritaria del gruppo di lavoratori di accedere a questo tipo di modalità, molte aziende hanno deciso di farli tornare nei centri. Tuttavia, come emerge dal sondaggio INE, coloro che continuano a godere di questa possibilità la valutano molto positivamente: le attribuiscono un punteggio di 8,7 su 10.
Per quanto riguarda i territori in cui questa formula di lavoro a distanza è più diffusa, lo studio mostra che sono le comunità con una rete di imprese più ampia (sia in termini di volume totale che di dimensione delle aziende) a offrirla di più. Al primo posto c’è la Comunità di Madrid (dove telelavora il 26,7% degli occupati), seguita da Catalogna (21,5%) e Andalusia (13,5%).
Mentre la variazione della percentuale di occupati che hanno potuto telelavorare nella settimana in cui è stata effettuata questa indagine – i cui ultimi risultati sono stati raccolti dal 1° aprile al 28 giugno di quest’anno e che viene effettuata con cadenza annuale – dipende dal totale numero di occupati (cifra in crescita negli ultimi anni), il volume di coloro la cui occupazione principale non consente il telelavoro è rimasto più o meno stabile negli ultimi quattro anni. Mentre nel 2021 circa 65.000 persone hanno riconosciuto la propria incapacità di svolgerlo, tre anni dopo sono 66.500 che si ritrovano nella stessa situazione.
Interagire con l’Amministrazione
I dati di questa indagine vengono estratti dall’uso che le famiglie fanno degli strumenti digitali che hanno a disposizione e per cosa li utilizzano. Dal rapporto emerge quindi che quasi otto persone su dieci tra i 16 ei 74 anni (79,7%) hanno contattato o interagito con amministrazioni o servizi pubblici attraverso Internet negli ultimi 12 mesi per motivi particolari. I più comuni sono stati accedere alle informazioni archiviate (61,5%) e fissare un appuntamento o effettuare una prenotazione (58,8%).
Ma computer e telefoni cellulari intelligenti sono stati utilizzati anche per effettuare acquisti online, una delle attività più svolte dalle famiglie spagnole. Più della metà della popolazione della fascia di età sopra citata (55,5%) ha acquistato un prodotto in formato fisico, 0,9 punti in più rispetto al 2023. Quattro su dieci hanno scaricato un prodotto o un prodotto negli ultimi tre mesi di abbonamento, 3,2 punti in più rispetto al 2023. l’anno precedente. E il 23,9% ha noleggiato qualche servizio abitativo negli ultimi tre mesi (2,0 punti in meno rispetto al 2023); dal 22,7% che ha utilizzato i servizi di trasporto (2,1 punti in più). I prodotti più acquistati o scaricati sono stati abbigliamento, scarpe o accessori (dal 40,6% della popolazione); biglietti per eventi (26,4%) e consegne da ristoranti, fast food e catering (24,9%).
Internet ovunque
La presenza degli strumenti tecnologici, così come di Internet, si è diffusa praticamente in tutte le case spagnole. Il 99,8% di loro possiede qualche tipo di telefono (fisso e/o mobile) e il 53,6% li possiede entrambi. Lo 0,3% aveva solo la rete fissa e il 45,9% utilizzava esclusivamente il cellulare; mentre l’83% possedeva qualche tipo di computer (desktop, laptop, tablet…), 0,4 punti in più rispetto al 2023.
Per quanto riguarda l’accesso alla rete delle reti, il 96,8% delle famiglie ha la possibilità di connettersi a Internet tramite banda larga fissa e/o mobile (rispetto al 96,4% dello scorso anno). L’85,7% invece accede con una connessione fissa a banda larga (fibra ottica, cavo, ADSL…); e l’11,1% tramite la sola connessione mobile (3G, 4G o 5G).