Il Senato rinvia il voto sul PEC das Praias dopo lo scontro tra base e opposizione
La cosiddetta PEC das Praias, che potrebbe consentire la vendita di aree vicine al mare, ha visto rinviare mercoledì il voto della Commissione Costituzione e Giustizia (CCJ) del Senato (4) dopo una richiesta di parere collettivo da parte di diversi senatori del governo di base.
La richiesta è stata accolta dal presidente della commissione, Davi Alcolumbre (União-AP), per una sessione fino a mercoledì prossimo (11). La proposta è stata discussa nuovamente dalla CCJ ed è stata presentata dal relatore, il senatore Flávio Bolsonaro (PL-RJ), quando è stata interrogata da alcuni parlamentari.
Alcolumbre ha precisato, accogliendo la richiesta di revisione, che la proposta è in elaborazione da un anno e cinque mesi in commissione e che non si può sostenere – soprattutto da parte del governo – che sia stata decisa all’improvviso.
La richiesta di revisione è stata avanzata dai senatori Eliziane Gama (PSD-MA), Rogério Carvalho (PT-SE), Zenaide Maia (PSD-RN), Fabiano Contarato (PT-ES) e Alessandro Vieira (MDB-SE).
Flávio Bolsonaro ha dichiarato che nel rapporto ha soddisfatto molte delle richieste avanzate dagli altri senatori durante tutto il processo e in una delle udienze pubbliche svolte, come il mantenimento del libero accesso alle spiagge e la creazione di un fondo finanziario per la preservazione delle zone costiere .
“Vi chiedo di leggere il rapporto e le modifiche apportate prima di lanciarvi in critiche infondate o di mentire su questo dibattito, come se si trattasse di privatizzare la recinzione della spiaggia per far pagare l’ingresso”, ha detto.
Ha inoltre sottolineato di riferire anche su un disegno di legge del senatore Espiridião Amin (PP-SC) che intende criminalizzare coloro che tentano di chiudere l’accesso alle spiagge “in modo illegale, per limitare l’accesso”.
Poco dopo, Rogério Carvalho ha criticato il rapporto di Bolsonaro affermando che, anche se non ne ha fatto menzione specifica, i grandi conglomerati trarranno vantaggio dalla legislazione – “interessi specifici” – a scapito della popolazione in generale. E, anche, “l’attuale momento climatico” per discutere dell’occupazione delle aree costiere.
Ha inoltre sottolineato che il Ministero per la Gestione e l’Innovazione nei Servizi Pubblici (MGI) sta realizzando uno studio sugli 8mila chilometri di costa per “presentare e dare consistenza a qualsiasi definizione responsabile su questo tema”.
La PEC propone di modificare una sezione della Costituzione per consentire la vendita dei terreni dell’Unione sulla costa a Stati, comuni ed enti privati, intervallo che inizia 33 metri dopo il punto più alto raggiunto dalla marea. Senza cioè coprire la spiaggia stessa e il mare, che rimarrebbero pubblici.
Tuttavia, secondo i senatori dell’opposizione, l’accesso a queste aree è messo a rischio a causa dell’estensione dei terreni che possono essere acquistati dal settore privato. C’è il timore che la popolazione debba percorrere lunghe distanze per raggiungere questi luoghi, oltre alle restrizioni sulla permanenza sulla striscia di sabbia antistante questi lotti.