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Il Senato chiede a Dino di rilasciare gli emendamenti in commissione



Il Senato ha dichiarato lunedì (30) di aver seguito “rigorosamente” le regole imposte per l’esecuzione degli emendamenti della commissione e ha chiesto lo sblocco dei pagamenti. Il documento, firmato dai legali della Camera, è stato inviato al ministro del Tribunale Supremo Federale (STF), Flávio Dino.

Domenica (29) Dino ha dato 10 giorni al Senato per comunicare se sono stati richiesti emendamenti in commissione senza la presentazione di un verbale con i dati dei “padrini” degli storni. Il ministro ha deciso, il 23, la sospensione del pagamento di 4,2 miliardi di R$ per gli emendamenti della commissione della Camera dei Deputati nel 2024.

Inoltre ha ordinato alla Polizia Federale di indagare sulla destinazione di queste risorse. Il Senato non era stato il bersaglio dei blocchi. Nella decisione di domenica, il ministro ha vietato “definitivamente” l’impegno (riserva nel Bilancio) di questi emendamenti da parte dell’Esecutivo, ma ne ha autorizzato il pagamento in situazioni eccezionali.

La richiesta di chiarimenti ai senatori è avvenuta dopo che la Camera ha sottolineato di aver seguito le stesse procedure della Camera alta per indicare gli emendamenti e si è chiesta perché l’ordinanza non fosse stata raggiunta dal Senato.

Dino ha risposto che solo la Camera ha fatto contestare gli storni in Tribunale, ma ha sottolineato che i senatori dovrebbero seguire gli stessi criteri di trasparenza, per questo ha chiesto informazioni sugli emendamenti della commissione.

Nella manifestazione il Senato ha affermato di “aver rispettato rigorosamente le determinazioni” per garantire trasparenza nell’indicazione degli emendamenti in commissione. L’Avvocatura del Senato ha chiesto al relatore di sbloccare i pagamenti entro questo martedì (31).

“Il Senato Federale ha rispettato la procedura prevista dalle norme vigenti per l’attuazione delle citate modifiche delle Commissioni, che dovrebbero essere importanti per promuovere i rispettivi sforzi, il cui termine scade domani, 31 dicembre 2024, salvo eventuali impedimenti tecnici così come la discrezionalità dello stesso potere esecutivo”, si legge nella petizione.

Il Senato ha assicurato di aver incluso nell’indicazione degli storni il senatore che ha richiesto gli emendamenti della commissione e ha sottolineato che “ciascun leader di partito ha la responsabilità di formalizzare l’individuazione degli emendamenti di interesse proprio o dei propri leader” nei documenti inviati al governo.



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