Il pagamento delle risorse è sospeso da agosto, quando la STF ha stabilito la necessità di maggiore trasparenza; Con le modifiche il testo torna alla Camera dei Deputati
O Senato Si è conclusa lunedì (18) la votazione sul disegno di legge che regola il pagamento dell’art emendamenti parlamentaristabilendo nuove regole per la gestione delle risorse destinate da deputati e senatori alle proprie basi elettorali. Dopo le modifiche al testo originario, il progetto torna alla Camera dei Deputati per una nuova analisi. L’obiettivo della proposta è soddisfare i requisiti del STF (Corte Federale Suprema), che da agosto ha sospeso il pagamento degli emendamenti, chiedendo maggiore trasparenza, tracciabilità e controllo sociale sulle risorse. I senatori hanno votato oggi i punti salienti (modifiche analizzate separatamente). Il testo base era già stato approvato mercoledì scorso (13).
Tra le novità più rilevanti, il Senato ha respinto l’inserimento della possibilità di bloccare le risorse per gli emendamenti dell’Esecutivo, mantenendo solo il meccanismo di contingency, che consente il taglio temporaneo delle spese in caso di frustrazione delle entrate. L’esclusione è stata approvata con 47 voti favorevoli, 14 contrari e un’astensione. I parlamentari hanno sostenuto che il blocco potrebbe rappresentare una forma di “confisca del bilancio”, compromettendo l’autonomia del Congresso. Il senatore Rogerio Marinho (PL-RN) ha sottolineato che il Congresso teme l’uso discrezionale delle risorse da parte dell’Esecutivo senza consultare la Legislatura.
Il governo federale considera il rifiuto del blocco una sconfitta, poiché ciò limita la sua possibilità di aggiustamenti di bilancio e rende difficile il raggiungimento degli obiettivi fiscali. La contingenza, anche se preventiva, è più reversibile, a seconda dell’aumento delle entrate. Un’altra novità del progetto è stata l’esclusione dell’obbligo di destinare il 50% degli emendamenti della commissione ad azioni sanitarie. I senatori contrari alla misura hanno sostenuto che fissare una percentuale danneggerebbe altri settori essenziali, come l’istruzione e le infrastrutture. I parlamentari favorevoli allo stanziamento hanno affermato che esso eviterebbe distorsioni nell’uso del bilancio.
Il testo approvato prevede un aumento delle modifiche fiscali (individuali e di panchina) al di sopra dell’inflazione, ma rispettando i limiti del quadro fiscale. Dal 2025 in poi, il valore totale degli emendamenti di panchina non potrà superare l’1% delle entrate correnti nette dell’anno precedente, mentre i singoli emendamenti avranno un limite del 2%. Gli emendamenti Pix, compresi nei singoli, continueranno a richiedere maggiore trasparenza. I comuni beneficiari dovranno presentare piani di lavoro e tempi di esecuzione, aumentando il controllo sulle risorse. Gli emendamenti della Commissione, che ammonteranno a 11,5 miliardi di R$ nel 2025, continueranno senza essere collegati a parlamentari specifici, essendo decisi collettivamente all’interno delle commissioni tematiche. Il valore verrà adeguato all’inflazione negli anni successivi.
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Il regolamento delle modifiche mira a risolvere un’impasse generata dalla sospensione dei pagamenti, determinata dalla Corte Suprema Federale (STF) in agosto. La decisione è stata presa dal ministro Flávio Dino, che ha sottolineato la necessità di maggiore trasparenza, tracciabilità e controllo sociale sulle risorse. Questo sciopero ha generato tensioni tra i poteri, poiché i parlamentari vedono la pubblicazione di questi emendamenti come uno strumento essenziale per soddisfare le richieste locali, mentre la STF esige che l’utilizzo delle risorse rispetti regole che garantiscano una maggiore supervisione e prevenzione di abusi. Con le modifiche apportate dal Senato, il progetto torna alla Camera dei Deputati.
Pubblicato da Felipe Dantas
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale