Il Senato ha approvato mercoledì (13) il disegno di legge che regola il mercato del carbonio in Brasile. L’approvazione arriva nel contesto della COP-29 in Azerbaigian ed era il desiderio del governo di presentarla durante la partecipazione alla conferenza. La proposta, però, dovrà tornare alla Camera dei Deputati per analizzare le modifiche apportate dai senatori.
Il progetto consente l’acquisto e la vendita di crediti di carbonio come un modo per incoraggiare la riduzione delle emissioni di gas serra, cercando anche di promuovere la conservazione dell’ambiente e l’uso di energie rinnovabili.
Il sistema consente alle aziende e ai governi che emettono meno carbonio di scambiare crediti con quelli che superano i limiti, incoraggiando una riduzione generale delle emissioni. Inoltre, i crediti di carbonio possono essere generati attraverso la preservazione delle aree verdi o attraverso progetti che promuovono la riduzione delle emissioni, come iniziative volte a generare energia pulita.
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Nel testo approvato, gli Stati e il governo federale potranno negoziare anche crediti relativi alle aree verdi su suolo pubblico. I terreni privati o concessi al settore privato possono generare crediti, purché vi sia l’autorizzazione del proprietario.
Il progetto garantisce anche i diritti delle comunità indigene e quilombola, con l’assegnazione di almeno il 50% dei crediti generati da progetti di rimozione del gas e il 70% in progetti di conservazione.
Il regolamento crea due asset per lo scambio: la quota brasiliana di emissioni (CBE), che autorizza un’azienda a emettere fino a una tonnellata di anidride carbonica, e il certificato di riduzione o rimozione delle emissioni verificate (CRVE), che rappresenta la riduzione o la rimozione delle emissioni di carbonio da aziende, governi o comunità, anche equivalenti a una tonnellata.
Questi asset possono essere negoziati alle aste e in Borsa. Le aziende che superano i limiti di emissione dovranno acquistare ulteriori crediti o permessi per continuare a inquinare, nel rispetto delle regole del sistema brasiliano di scambio delle emissioni di gas a effetto serra (SBCE).
La SBCE stabilisce un tetto massimo di emissioni per alcuni settori, in particolare industrie come l’acciaio, il cemento e la chimica, che emettono più di 25mila tonnellate di CO2 all’anno. Le aziende con emissioni superiori a 10.000 tonnellate dovranno segnalare le emissioni annualmente, anche se non saranno obbligate a ridurle immediatamente, ma saranno “sotto osservazione”.
Per i primi due anni, le aziende devono segnalare le emissioni al governo per creare un registro affidabile che informerà il nuovo sistema. In questo periodo iniziale, le licenze di emissione saranno gratuite, simile al modello dell’Unione Europea, consentendo alle aziende di adattarsi.
Dopo questa fase, le aziende che hanno bisogno di emettere più di quanto consentito dovranno acquistare crediti da altre che emettono meno o che lavorano nella cattura del carbonio.
La negoziazione dei crediti sarà supervisionata dalla Securities and Exchange Commission (CVM) e potrà avvenire sulle borse valori. Il progetto prevede inoltre la creazione di un comitato interministeriale per monitorare il flusso delle risorse e la tassazione di tali beni, garantendo che il sistema funzioni in modo integrato ed efficiente.