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Il Senato approva gli emendamenti della PL e contesta governo e STF – 18/11/2024 – Power


La plenaria del Senato Si è conclusa lunedì (18) la votazione sul disegno di legge che definisce nuove regole per l’utilizzo dell’ emendamenti parlamentari —risorse di bilancio indicate dai deputati e senatori federali per le loro basi elettorali. Il testo ora ritorna a Camera dei Deputati.

Il disegno di legge mantiene una parte considerevole del bilancio pubblico nelle mani del Congresso e, Secondo la consulenza finanziaria del Senato i progressi sono scarsi in relazione alle richieste avanzate dalla STF (Corte Suprema Federale).

Il Senato mantenuto il testo approvato dalla Camera dei Deputati che prevede solo la possibilità di contingenza (quando la frustrazione delle entrate mette a rischio il rispetto dell’obiettivo fiscale) – il che, secondo l’Esecutivo, viola l’accordo firmato con la STF.

Anche il governo federale voleva il potere di bloccare proporzionalmente emendamenti (e non solo imprevisti) quando le altre spese obbligatorie superano quanto previsto dall’Esecutivo. La possibilità di blocco è stata respinta dal Senato con 47 voti favorevoli e 14 contrari.

O il testo base è stato approvato dal Senato mercoledì scorso (13) con 46 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astensione —in mezzo all’attacco in cui un uomo si è fatto esplodere davanti alla STF e ha fatto esplodere un’auto accanto alla Camera dei Deputati.

Il Congresso ha dato priorità al disegno di legge per cercare di sbloccare gli emendamenti parlamentari perché il pagamento lo è sospeso da agosto dal ministro Flávio Dinodalla STF, a causa di problemi quali la mancanza di trasparenza.

Membri del governo sostengono in privato che il Congresso non ha rispettato l’accordo e che il testo di PL non ha più il sostegno del Palácio do Planalto. Secondo un collaboratore del presidente Lula (PT), d’ora in poi il problema dovrà essere risolto dal Congresso direttamente con la Corte Suprema.

L’accordo sinora sottoscritto prevede il mantenimento dell’ 39 miliardi di R$ originariamente riservati per le modifiche delle imposte individuali e di riferimento nel 2025. Dal 2026, questo valore sarà adeguato all’inflazione più la percentuale di espansione reale del limite del quadro fiscale, che può variare tra lo 0,6% e il 2,5% all’anno.

Inoltre, il negoziato concorda sullo stanziamento di 11,5 miliardi di R$ per il prossimo anno per modifiche non vincolanti (il cui pagamento non è obbligatorio). Dal 2026, questo valore sarà adeguato all’inflazione. I consulenti affermano che il progetto non chiarisce che l’importo riservato verrà utilizzato solo per pagare le modifiche della commissione.

Il relatore del testo, Ângelo Coronel (PSD-BA), relatore del Bilancio 2025, ha inoltre aumentato il numero degli emendamenti di panchina che possono essere indicati congiuntamente dai parlamentari di ciascuno Stato “da un massimo di 8” a 10, senza distinzioni.

Per evitare la dispersione delle risorse, il governo e la Corte Suprema hanno cercato di ridurre il numero degli emendamenti al banco, indicati (in teoria congiuntamente) dai deputati e senatori federali di ciascuno Stato e del Distretto Federale.

Per quanto riguarda gli emendamenti di banco, la consulenza finanziaria del Senato afferma che il disegno di legge non impedisce l’individualizzazione degli emendamenti, come richiesto dalla STF, e definisce i progetti in modo ampio “strutturando”, il che libera “praticamente qualsiasi tipo di spesa”.

Il disegno di legge presenta innovazioni anche rispetto agli emendamenti in commissione, promossi dal Congresso con la fine degli emendamenti del relatore, nel 2022. In teoria gli emendamenti vengono definiti oggi dalle commissioni tematiche di Camera e Senato, ma nella pratica sono deputati e senatori influenti a scegliere dove stanziare i soldi senza essere identificati.

Il progetto affida le nomine ai leader dei partiti e lascia spazio ai parlamentari che hanno sponsorizzato gli emendamenti di rimanere nascosti attraverso i leader dei loro partiti. Le commissioni, secondo i tecnici del Senato, diventano semplici timbri.

I senatori hanno anche respinto, durante la votazione dei punti salienti di questo lunedì, un estratto del disegno di legge che imponeva ai parlamentari di destinare almeno la metà degli emendamenti della commissione al settore sanitario.

Altro punto problematico, secondo il giudizio della Consulenza Bilancio del Senato, gli “emendamenti Pix” continueranno a passare direttamente alle casse comunali, senza la burocrazia necessaria per altri tipi di emendamenti.

Per quanto la PL obblighi il parlamentare a informare come spendere i soldi da ora in poi (l’oggetto), non vi è alcun controllo o responsabilità dopo l’invio, il che non garantisce che il sindaco utilizzi la risorsa come indicato.

Coronel finalmente si ritirò dal divario che aveva creato e che, in pratica, ha consentito ai parlamentari di tagliare le spese dell’esecutivo rilanciare gli emendamenti senza incorrere nei limiti stabiliti dal disegno di legge, misura che ha aperto la strada a un “super bilancio segreto”.

Ha collaborato Idiana Tomazelli, di Brasilia



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Luca

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