Il Real sfugge al pasticcio contro il Celta | Calcio | Sport
Quando il Real Madrid sembrava essere uscito contro il Celta dal buco in cui era caduto nella terribile classica araba, si è ributtato dentro, ha scavato ancora un po’, è quasi annegato, ha calpestato il fondo ed è scappato di nuovo dal buco nei tempi supplementari dirigendosi ai quarti di finale della Copa del Rey. È ancora disorientato, ma è ancora vivo, dopo aver messo in scena una versione ancora più folle delle folli notti al Bernabéu in cui Endrick è tornato dall’ostracismo per ribaltare la situazione.
5
Andrii Lunin, Fran García (Jude Bellingham, 91 min), Antonio Rüdiger, Raúl Asencio, Lucas Vázquez, Aurélien Tchouaméni, Luka Modric (Federico Valverde, 78 min), Dani Ceballos (Eduardo Camavinga, 69 min), Brahim Díaz (Arda Guler , minuto 69), Kylian Mbappé (Endrick, 78 min.) e Vinícius Júnior (Rodrygo, 105 min.)
2
Ivan Villar, Oscar Mingueza, Marcos Alonso, Carl Starfelt, Javi Rodriguez (Javier Manquillo, 94° minuto), Sergio Carreira (Franco Cervi, 74° minuto), Williot Swedberg (Pablo Duran, 55° minuto), Ilaix Moriba e Fran Beltran (Hugh Sotelo , minuto 55), Hugh Alvarez Jonathan Bamba (66 min) e Borja Iglesias (74 min)
Obiettivi
1-0 minuti. 36: Kylian Mbappe. 2-0 minuti. 47: Vinicio Junior. 2-1 minuti. 82: Jonathan Bamba. 2-2 minuti 90: Marcos Alonso. 3-2 minuti 107: Endrick. 4-2 minuti 111: Federico Valverde. 5-2 minuti 118: Endrick
Arbitro José Luis Munuera Montero
cartellini gialli
Raúl Asencio (min. 90), Iván Villar (min. 95), Marcos Alonso (min. 100), Carl Starfelt (min. 100), Endrick (min. 108), Borja Iglesias (min. 110)
Prima del risultato liberatorio del secondo tempo supplementare, aveva attraversato ogni mondo emotivo e di gioco immaginabile. C’erano molti giochi in uno. Ha superato un periodo di lutto e di rabbia del suo popolo, un altro di progressiva rinascita sotto l’impulso di Mbappé e anche uno ricreativo. A quel punto, già con il 2-0 e una bella raccolta di buone occasioni per il gol in più, dopo un piccolo applauso per i cambi, Camavinga, che aveva concesso un rigore a Gavi a Jeddah, ha fatto un brutto passaggio in partenza. e soccorse il Celta, che non aveva abbassato le braccia, nonostante i posti avessero già cominciato a svuotarsi. Si sono persi il classico film del Bernabéu, ma al contrario: il Madrid, che tornava quando sembrava che non esistesse più. In realtà il Real rimonta in rimonta con un rigore di Asencio che permette il pareggio. Come se avesse dimenticato le frustrazioni che ha causato ad altri, come se volesse dimostrare che può peggiorare il disastro di Jeddah, ma in un altro modo.
E sapeva come erano i suoi, desiderosi di sfogarsi con le presentazioni al pubblico. Tchouameni ha iniziato a raccogliere fischi prima di partire, più di Lucas Vázquez, Vinicius e Ancelotti. L’italiano ha introdotto sei cambi rispetto al classico nella finale, ma ha mantenuto quelli più notevoli, soprattutto il francese, anche se lo ha messo come perno. E lì ha lasciato una partita davvero notevole, forse la sua migliore prestazione dell’anno. Il suo posto accanto a Rüdiger è stato preso da Asencio, il più celebrato, attento e deciso al taglio. Ma anche le cose sono cambiate quando ha abbattuto Bamba cinque secondi dopo il 90° minuto e Marcos Alonso ha aperto la strada a un insolito supplementare con il suo gol.
La strada fino a quel punto è stata, ovviamente, tortuosa. Il Real Madrid ha mostrato un certo cambio di atteggiamento in avvio. Avrebbe puntato molto in alto per il Celta, che ha avuto difficoltà a trovare Fran Beltrán e Ilaix Moriba per avanzare. El Real li accecò poco a poco fino a trasformare la notte in un monologo. Ma un noioso monologo. Modric e Ceballos erano in campo, ma anche allora il Real Madrid non aveva nulla che somigliasse a un gol. Si è fatto da parte, è tornato e non ha lasciato un graffio alla difesa del Celta. A metà gennaio, il Real Madrid è una squadra in attesa di un lampo, non importa quanto strano sia il modo in cui decolla. Poco più strano dell’1-0, iniziato in area Lunin. Vinicius recupera una palla al limite, ma sbaglia e la palla finisce libera, attraversando da una parte all’altra verso il punto dove stava correndo Swedberg. Lì lo incrociò Lunin, che cadde a terra e lo lasciò sull’erba a protestare perché gli toccava i piedi con le mani. Ma l’arbitro non fissò un rigore e la vita doveva continuare. Parlerebbe il VAR.
Mbappé stava già volando verso l’altra porta. Agganciò la palla al centro del campo e crossò per Ivan Villar. Anche se prima di raggiungerlo, Javi Rodríguez lo ha incrociato. Lo superò in astuzia e fece scoppiare la rete. Ancora 50 metri di corsa del francese finiti in gol, come a Jeddah. Real sulla scia dell’estro di Mbappé, ancora una volta il più brillante del gruppo. Il francese ha scelto il momento giusto per dare palla a Brahim sull’orlo del fuorigioco, e da lì il malgascio ha lanciato Vinicius nello spazio. Solo contro il portiere il brasiliano non ha fallito.
Il Real Madrid cominciò a divertirsi, anche con sprazzi di fantasia, finché non arrivò il blackout e si persero di nuovo. Ma in fondo al caos batte ancora la fiamma del caos assurdo. Endrick è apparso e ha fatto scoppiare la rete dalla parte anteriore. E poi Valverde ancora più lontano. E alla fine, ancora una volta, il ragazzo brasiliano che si era perso per molto tempo e che lo ha seguito, ha salvato il Real Madrid dalla sconfitta per portarlo ai quarti di finale.