Il real ha registrato la seconda peggiore performance al mondo nel mese di novembre, e la più grande svalutazione nella settimana del pacchetto fiscale
Il dollaro è salito nuovamente questo venerdì (29), chiudendo il mese in forte rialzo a R$6,0012.
Secondo un sondaggio condotto da Einar Rivero, analista di Elos Ayta, la valuta ha registrato il secondo maggiore deprezzamento nel mese di novembre, con un calo del 4,55% rispetto al dollaro.
Il parametro utilizzato è stato il dollaro Ptax, il tasso di riferimento per i contratti denominati in real sulle borse merci estere. Nel caso di questo parametro, il prezzo finale del mese è stato di R$6,0529 per l’acquisto e R$6,0535 per la vendita.
Ciò che risalta è che gran parte dello stress del mese si è concentrato in quest’ultima settimana. I timori degli investitori sono stati guidati dal pacchetto fiscale del governo, prima, in tempo reale e dopo l’annuncio.
Considerando questo arco temporale, la valuta brasiliana ha la performance peggiore al mondo.
“Il contesto è quello della sfiducia nei confronti del pacchetto fiscale annunciato, cioè non si conosce ancora l’impatto reale delle misure annunciate e nemmeno se saranno tutte attuate nel modo in cui sono state annunciate. Devono ancora essere approvati dal Congresso e potrebbero esserci alcuni cambiamenti lungo il percorso. Oppure no, non lo sappiamo. Lo vedremo nei prossimi mesi”, riflette Cristiane Quartaroli, capo economista di Ouribank
Mercoledì sera (27), il ministro delle Finanze Fernando Haddad ha annunciato alla televisione nazionale un pacchetto di contenimento dei costi tanto atteso, da cui il governo prevede un risparmio di 70 miliardi di real.
Parallelamente, il team economico ha portato avanti uno dei programmi della campagna del Presidente della Repubblica, Luiz Inácio Lula da Silva (PT), ovvero l’esenzione dall’imposta sul reddito (IR) per le persone che guadagnano fino a 5.000 R$.
Oltre al fatto che le misure sono state identificate come insufficienti per stabilizzare il debito pubblico, la valutazione è che il governo ha sbagliato ad annunciare una misura di deroga fiscale parallelamente al pacchetto di contenimento.
“Secondo me, la delusione per le misure dell’Esecutivo ha trasferito gran parte del fuoco al Congresso e alla Banca Centrale. Per pensare alla traiettoria del dollaro a fine anno, tutta l’attenzione dovrebbe essere rivolta al prossimo incontro del Copom”, valuta Danilo Igliori, capo economista di Nomad.
“Il mercato chiederà non solo un aumento di almeno 0,75 punti percentuali del Selic, ma anche un comunicato che rinnovi in maniera incisiva l’impegno a riportare l’inflazione al target, oltre ad una decisione unanime. Il ritorno a 5,50 R$ è già molto lontano, ma qualsiasi segnale che un’inflazione superiore all’obiettivo sarà tollerata dal nuovo consiglio di amministrazione di Bacen potrebbe aprire la strada alla ricerca di 6,50 R$”, conclude.