Il re di Giordania ha parlato per telefono con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. I due hanno anche discusso della necessità di ridurre le tensioni in Medio Oriente.
Il re di Giordania Abdallah II ha parlato per telefono con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Lo ha messo in guardia dalle azioni “ostili” dei coloni israeliani contro i palestinesi e dalle misure unilaterali che minacciano lo stato attuale dei luoghi santi di Gerusalemme. Lo riferisce la TASR in base a un rapporto della Reuters.
I leader hanno anche discusso insieme della necessità di ridurre le tensioni in Medio Oriente e di “stabilire una calma totale per prevenire (l’emergere di) una guerra regionale”. Secondo una dichiarazione della Casa Bianca, questo include gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco immediato e un accordo sul rilascio degli ostaggi portati nella Striscia di Gaza dal movimento militante di Hamas durante un attacco a Israele lo scorso anno.
Le tensioni in Medio Oriente, innescate dalla guerra quasi decennale nella Striscia di Gaza, si sono intensificate negli ultimi giorni in seguito all’assassinio di Ismail Haniyeh, il leader politico del gruppo militante palestinese Hamas, a Teheran, e alla successiva uccisione del comandante militare di punta del gruppo armato libanese Hezbollah, Fuad Shukr, a Beirut.
Prospettive di pace
Il re di Giordania Biden ha avvertito che “le misure unilaterali israeliane minano le prospettive di pace e prendono di mira lo status storico e legale dei luoghi santi islamici e cristiani a Gerusalemme, il che potrebbe incitare alla violenza nella regione”.
Il conteso Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme, che comprende la Moschea di al-Aqsa, è il sito più sacro dell’ebraismo e il terzo dell’Islam. È amministrato dalla Giordania. Gli ebrei possono recarvisi in determinati orari, ma non possono pregare per evitare tensioni con la comunità musulmana.
Il ministro di estrema destra israeliano ha dichiarato a luglio che gli ebrei possono pregare lì. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha rettificato, affermando che Israele non sta cambiando la sua politica su Gerusalemme. In effetti, le allusioni a una possibile inversione di rotta da parte di Israele hanno provocato violenze in passato, ricorda la Reuters.