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Il punteggio che i cittadini danno alla sanità pubblica resta inferiore a quello pre-pandemia | Società


La valutazione che i cittadini fanno del sistema sanitario, seppur ancora positiva, è diminuita leggermente negli ultimi mesi e consolida una tendenza osservata dopo la pandemia: una valutazione complessiva peggiore dell’assistenza che si tinge dei lievi aumenti e diminuzioni che si stanno verificando in le ultime ondate del barometro della salute da due anni.

Secondo i dati relativi all’ottobre scorso, pubblicati martedì dal Ministero della Salute e dal Centro di Ricerca Sociologica (CIS), gli spagnoli valutano la salute pubblica con un 6,1, quasi due decimi in meno rispetto ai dati pubblicati lo scorso mese di luglio. Il voto medio sul funzionamento del sistema sanitario prima della pandemia era vicino a 7 (era arrivato a 6,74 nel 2019). L’indagine è stata interrotta nei due anni peggiori della crisi (2020 e 2021) e i dati del 2022 hanno rivelato un calo vicino al mezzo punto che si mantiene con piccoli aumenti e diminuzioni.

Le cure primarie, uno dei livelli di assistenza più criticati per la mancanza di professionisti e le lunghe attese per una visita, ricevono ora un voto di 6,22, sette centesimi in meno rispetto a luglio. I servizi che ricevono i migliori punteggi continuano ad essere i servizi di emergenza (7,31) e gli ospedali (7,13), anche se in entrambi i casi anche con lievi flessioni rispetto a cinque mesi fa.

Per quanto riguarda le liste d’attesa, altro tallone d’Achille del sistema, il 38% degli intervistati ritiene che siano peggiorate, quattro punti in più rispetto all’ondata precedente. Il Barometro è un’indagine che il Ministero della Salute realizza dal 1993 in collaborazione con il CIS e in ogni ondata vengono effettuate 2.440 interviste.

In una nota pubblicata questa mattina, il Ministero della Salute evidenzia i dati positivi dell’indagine evidenziandolo “La soddisfazione degli utenti delle cure primarie cresce all’84,2%”, percentuale che in questo caso cresce leggermente. «Gli aspetti più apprezzati dai pazienti continuano ad essere la fiducia e la sicurezza trasmesse sia dal personale infermieristico che da quello medico (rispettivamente 8,13 e 7,89 su 10)», aggiunge Salute.

“La stessa valutazione positiva si osserva dal punto di vista di coloro che hanno utilizzato altri servizi sanitari nell’ultimo anno: le consultazioni con medici specialisti ricevono una buona valutazione dall’81,5% dei pazienti e in termini di ricoveri ospedalieri, oltre il 90% dei pazienti valuta le cure ricevute sono buone o molto buone”, continua Sanità. In totale, il Barometro indica che il 54,6% della popolazione generale valuta positivamente il funzionamento dell’assistenza sanitaria in Spagna. Un fatto degno di nota è che le persone che hanno utilizzato i servizi sanitari pubblici offrono valutazioni più positive rispetto alla popolazione generale.

Quest’anno, 2024, il Barometro della salute ha ripreso una domanda sulla percezione che la popolazione ha riguardo all’uguaglianza di trattamento nella sanità pubblica sulla base di diversi aspetti. Quasi il 38% della popolazione generale percepisce di non ricevere gli stessi servizi a seconda della comunità autonoma di residenza, e il 35,5% ritiene che esistano disuguaglianze anche a seconda dell’uso che ciascuno fa delle nuove tecnologie.

Il livello socioeconomico, l’età e la provenienza delle persone servite sono gli aspetti in cui si percepisce una maggiore parità di trattamento. I risultati sono simili a quelli ottenuti nella seconda ondata del 2024 in tutte le categorie di risposta e in tutti i casi superano il 75% della risposta.

Per quanto riguarda il fattore territoriale, il 50% della popolazione percepisce nel 2019 che i servizi forniti dalla sanità pubblica sono gli stessi indipendentemente dalla comunità autonoma in cui risiede, mentre nel 2024 questa percentuale scende al di sotto del 45%. A questa diminuzione, di quasi 6 punti percentuali, si accompagna l’aumento di coloro che percepiscono la disuguaglianza territoriale, passati dal 24,5% del 2019 al 38,8% attuale, principalmente a scapito della diminuzione della percentuale di persone che, in precedenza, lo facevano non avere un’opinione precisa su questo problema.

Per quanto riguarda l’accessibilità, il Barometro indica che il 21,2% di coloro che hanno preso appuntamento dal medico di base sono stati visitati lo stesso giorno o il giorno successivo (nel 2019 era il 43%). La restante parte ha avuto un’attesa media di 8,9 giorni, in lieve diminuzione rispetto al 2023 (9,12 giorni).

Le liste d’attesa a livello specialistico sono peggiorate nell’ultimo anno secondo il 38% della popolazione. Per quanto riguarda i criteri da prendere in considerazione per dare priorità alla cura delle persone in attesa di un intervento chirurgico, il 57,2% ritiene che si debbano prendere in considerazione prima i criteri medici e il 24,2% l’impatto che la malattia ha sull’autonomia del paziente.

In questa edizione del Barometro della salute vengono approfonditi per la prima volta alcuni aspetti legati alla cura dei problemi di salute mentale. Nell’ottobre 2024, il 17,6% degli intervistati ha riferito di aver avuto bisogno di consultare un operatore sanitario, negli ultimi 12 mesi, per un problema di salute mentale o per un disagio psicologico o emotivo. Il 46,4% dichiara di essersi curato prevalentemente nella sanità pubblica, il 46,6% in quella privata e il 2,1% in entrambe.

Nel caso delle persone in cura dalla sanità pubblica, il 41% riferisce di essere stato curato principalmente dal medico di famiglia, il 33% da uno specialista in psichiatria e il 17,6% da uno psicologo. Il 33,8% ha ottenuto un appuntamento in meno di 30 giorni, il 36,7% in un periodo compreso tra 1 e 3 mesi e un altro 20,4% ha impiegato più di 3 mesi per farsi vedere in consultazione.

L’84,2% delle persone trattate nella sanità pubblica dichiara di essere soddisfatta delle cure ricevute in consultazione e il 48,2% indica di aver ricevuto cure migliori di quanto si aspettavano. Non si registrano variazioni significative rispetto ai risultati ottenuti nella seconda ondata del 2024.

L’accettazione della vaccinazione nel nostro Paese è alta. Il grado di accordo con gli effetti protettivi dei vaccini è molto alto, sia per la persona vaccinata (88,7%) che per le persone con cui convive (89,4%). Tuttavia, il 37% delle persone ritiene (fortemente d’accordo o d’accordo) che causino effetti negativi sulla salute. L’85,9% dichiara di seguire le raccomandazioni degli operatori sanitari in merito alla vaccinazione.



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Luca

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