Il PSOE andaluso confida che Espadas rinunci oggi alla sua rielezione e apra le porte a Montero | Spagna
La parola imminente non significa quello che dice il dizionario. Certamente non nel PSOE dell’Andalusia. Il fatto che i socialisti andalusi aspettino da più di un mese è un segnale pronto, immediato, veloce e urgente da parte del presidente del governo e leader del PSOE, Pedro Sánchez, dopo che si è svolto a Siviglia il 41esimo Congresso Federale. In regalo i Kings hanno chiesto un segretario generale, ma questo lunedì quello che c’era era il carbone.
Oggi si saprà se il dono è arrivato tardi e se il suo segretario generale, Juan Espadas, si candiderà o si dimetterà dalla rielezione; e poche ore o giorni dopo se María Jesús Montero farà il passo per guidare il PSOE andaluso e lo renderà compatibile con le sue attuali responsabilità nel governo come primo vicepresidente e ministro delle Finanze. In ogni caso, tutte le fonti indicano che Montero è il prescelto e che l’Espadas non si opporrà a un’operazione benedetta da Sánchez.
Espadas, che ha chiamato i media questo martedì alle 11.30 a Siviglia, ha intenzione di rivelare oggi la sua decisione. Dal 7 al 10 gennaio alle 14 è aperto il termine per presentare le precandidature al segretario generale del PSOE andaluso, per cui il leader sivigliano ha cospirato per “non parlare di nulla” fino ad oggi, seguendo il calendario previsto, indicare persone intorno a lui.
In questi mesi, Espadas ha ribadito il suo desiderio di restare in carica e ha sfidato i critici a farsi avanti e presentare un leader, un’alternativa e un progetto alle primarie per eleggere il segretario generale. Fino al giorno prima del comitato direttivo del 20 dicembre, l’ex sindaco di Siviglia è rimasto fermo nella sua intenzione di continuare, ma da allora ha evitato ogni apparizione pubblica e ha preferito la comunicazione unilaterale sui social network. Non ha nemmeno assistito alla sessione plenaria municipale in cui è stata portata avanti la mozione di censura che ha restituito il sindaco di Jaén al PSOE.
Espadas ha perso consensi man mano che si avvicinava la data dei congressi. E il suo lungo intervento all’apertura del conclave federale da lui presieduto in qualità di ospite è stato una sorta di avvertimento che occorreva cambiare rotta. I segretari provinciali di Siviglia, Javier Fernández de los Ríos, e di Jaén, Paco Reyes, furono molto tiepidi nei suoi confronti nello stesso 41° Congresso Federale quando evitarono di appoggiarlo espressamente. Entrambi presiedono le proprie deputazioni, l’unica oasi istituzionale rimasta al PSOE dopo la perdita della Giunta, e hanno svolto e svolgono un ruolo molto rilevante nell’organizzazione andalusa, che ha suscitato sospetti, oltre il solito, da parte di altri gruppi. Quelli di Cadice, Juan Carlos Ruiz-Boix, e di Córdoba, Rafi Crespín, hanno sostenuto un cambio di leadership, mentre gli altri, nelle ultime settimane, sono rimasti in silenzio.
La corrente favorevole ad un sostituto alla guida del PSOE andaluso è molto maggioritaria e alla quale partecipano non solo i critici, ma anche i deputati che hanno seggi nel gruppo parlamentare andaluso e nell’esecutivo regionale. Al di fuori della sua ristretta cerchia, le voci a favore della sua continuità non si sono sentite. Le quattro sconfitte elettorali subite dalla federazione andalusa da quando Espadas è segretario generale hanno lasciato il segno e molti si chiedono se con lui alla testa si potrà recuperare la Giunta o, almeno, strappare via la maggioranza assoluta di cui dispone il presidente andaluso. Juan Manuel Moreno.
L’unica alternativa possibile per iniettare non solo vitamine ma anche muscoli nell’ex onnipotente PSOE dell’Andalusia si chiama María Jesús Montero. Al momento non circola nessun altro nome. L’opzione di Juan Francisco Serrano (Bédmar, Jaén. 36 anni), che avrebbe rappresentato un cambio generazionale, ma un lavoro a medio e lungo termine, è stata scartata per una settimana.
Questa era la scommessa del PSOE di Jaén e di molti altri di tutte le province, ma Serrano avrebbe fatto il passo solo se Montero non fosse stato il candidato. E il PSOE di Pedro Sánchez ha urgentemente bisogno di fermare ora l’emorragia nella federazione andalusa e iniziare il lavoro di ricostruzione del partito al più presto possibile con una squadra che dedichi 24 ore al lavoro organico, secondo diversi leader. Espadas non ha saputo né voluto avere un gruppo dirigente solido e stabile, né ha avuto piena fiducia in coloro che lui stesso ha sostenuto. I suoi critici hanno rovinato i suoi tic da sindaco, ma la sede regionale di San Vicente ha cessato da tempo di essere la Grande Casa del PSOE dell’Andalusia. Ci sono molti uffici vuoti, come ha diagnosticato lo stesso Espadas quando ha vinto con 17 punti su Susana Díaz nelle primarie di giugno 2021.
In quell’occasione gareggiò anche il professore sivigliano Luis Ángel Hierro, animatore delle primarie anche se con scarso successo. Hierro ci riproverà, anche se davanti a sé avrà, salvo grande sorpresa, Montero, il principale riferimento del PSOE dell’Andalusia nel governo e nel partito dai tempi di Alfonso Guerra. Lo fa, come lui stesso ha riconosciuto in una lettera, per “promuovere la democrazia interna impoverita”. Per confermare la sua candidatura occorre raccogliere la firma di 4.900 garanti, il 12% del censimento regionale, anch’esso in forte calo. Se alle primarie del 2021 per eleggere il candidato alla presidenza del Consiglio erano state censite 46.577 persone, ora sono 40.138.