Il PSB resiste a rinunciare alla vicepresidenza e insiste su Alckmin per il 2026
Nonostante l’avidità dei partiti di centro, il PSB insiste nel mantenere Geraldo Alckmin come vicepresidente del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) nella disputa per la rielezione nel 2026.
Le speculazioni aperte sui possibili nomi per formare il biglietto di Lula, compreso il sostegno di un’ala del PT, infastidiscono il partito.
I membri del PSB sperano che Lula lasci che la disputa si svolga dietro le quinte tra i partiti che compongono il governo, ma alla fine opterà per Alckmin con la motivazione che non potrà rinunciare al “compagno” che era leale nel mandato attuale.
I parlamentari del partito sottolineano inoltre che la definizione del futuro politico del governatore di San Paolo, Tarcísio de Freitas (repubblicani), potrebbe avere un impatto su questa scacchiera elettorale.
Tarcísio dice di essere candidato alla rielezione, ma è considerato un’opzione come candidato per il partito di destra Pesridência, poiché l’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) non è eleggibile.
Questo fatto potrebbe pesare sulle trattative tra il Centro e Lula. E partiti come MDB, PSD e União possono contrattare per avere più spazio in cambio del sostegno nel 2026.
Dei tre partiti, l’MDB è quello meglio posizionato per competere per la carica di vicepresidente. Il governatore del Pará, Helder Barbalho (MDB), appare come il favorito all’interno del partito, favorito anche dallo svolgimento della COP-30 a Belém do Pará, l’anno prossimo.
L’MDB, però, ha altri nomi, come il ministro della Pianificazione Simone Tebet e il ministro dei Trasporti, Renan Filho.