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Il presunto “padrone di casa” di Ábalos viene rilasciato dopo aver trascorso due mesi in prigione per il complotto degli idrocarburi | Spagna


Santiago Pedraz, giudice istruttore del Tribunale Nazionale, ha decretato martedì la liberazione di Claudio Rivas, uno dei soci del commissario Víctor de Aldama, il principale capofila della cosiddetta Il caso Koldo. Rivas era in carcere dal 10 ottobre, quando il magistrato ne aveva decretato l’arresto insieme ad Aldama per il suo coinvolgimento in un presunto complotto specializzato in frodi sugli idrocarburi. I nomi dei due imprenditori compaiono anche nel riassunto che circonda José Luis Ábalos, ex ministro dei Trasporti di Pedro Sánchez (PSOE). Secondo gli investigatori, su richiesta di Aldama, Rivas era incaricato di acquistare uno chalet a La Línea de la Concepción (Cadice) per farne godere l’ex segretario dell’Organizzazione Socialista.

La decisione di Pedraz è arrivata dopo che la Procura anticorruzione ha chiesto il rilascio di Rivas. Il Pubblico Ministero, che già il 21 novembre aveva chiesto la liberazione di Aldama dopo aver confessato in aula Il caso Koldoritiene che non sia necessario tenere Rivas dietro le sbarre, poiché la sua capacità di “impedire o ostacolare” l’avanzamento delle indagini sul complotto degli idrocarburi è “stata fortemente attenuata”. Dietro Rivas c’è la società Villafuel, dedita al settore dei carburanti e coinvolta in questa indagine per frode Iva.

Come accaduto con Aldama, dopo aver ricevuto la lettera del pubblico ministero, al giudice Pedraz non è rimasto altro che decretare la scarcerazione di Rivas. La legge non consente che un investigatore venga tenuto in prigione senza un’accusa contro di lui. “Il giudice deve acconsentire al rilascio di una persona se nessuna delle parti ha richiesto il carcere. In questo procedimento, poiché il caso è segreto e non ci sono accuse, eccetto quella del pubblico ministero, se lui e la sua difesa hanno insistito per la libertà dell’imprenditore, il magistrato deve accettarlo”, ha spiegato in una nota il Tribunale nazionale. dichiarazione.

Altri quattro detenuti

Allo stesso tempo, martedì la Guardia Civil ha rilasciato i quattro arrestati lunedì nell’ambito delle stesse indagini sulla frode fiscale nel settore degli idrocarburi. Tra i quattro arrestati, ora liberi, c’è María del Carmen Pano Sánchez, la donna che ha affermato di aver consegnato 90.000 euro alla sede del PSOE in via Ferraz, come confermato da fonti vicine alle indagini (che sottolineano però che il suo arresto ha nulla a che vedere con tale fatto, ma esclusivamente con il caso della frode fiscale). Gli altri tre detenuti erano la figlia di Pano, Leonor González; l’imprenditore Luis Alberto Escolano, socio di Aldama; e anche il regista Carlos del Castillo. Tutti dovrebbero essere presto chiamati a testimoniare dal giudice, secondo fonti vicine alle indagini.

Víctor de Aldama e Alberto Escolano, in un'immagine d'archivio.
Víctor de Aldama e Alberto Escolano, in un’immagine d’archivio.Emilio Fraile

L’indagine, istruita dal giudice Pedraz, denuncia la commissione di una frode di oltre 220 milioni di euro nel pagamento dell’Iva nel settore degli idrocarburi. L’operazione di lunedì prevedeva diverse perquisizioni a Madrid, Calatayud (Saragozza), Siviglia e Toledo, che hanno portato all’intervento di numerosi documenti, che dovranno ora essere analizzati nella ricerca del denaro che il complotto avrebbe nascosto utilizzando una “importante struttura societaria”. con cui avrebbero realizzato la frode fiscale”, secondo fonti legali.

Il giudice Pedraz ha sostenuto in una delle sue risoluzioni che “l’organizzazione criminale ha ideato, realizzato e gestito una struttura commerciale parallela che ha utilizzato per perfezionare il riciclaggio dei capitali generati”. I primi calcoli indicavano una frode di almeno 182 milioni di euro nel 2022 e nel 2023, ma le nuove inchieste aggiungono a quella cifra altri 45 milioni rubati all’erario nel 2021. La Guardia Civil, invece, aveva sottolineato in uno delle sue denunce secondo cui l’imprenditore Luis Alberto Escolano, uno dei quattro arrestati lunedì, “sarebbe utilizzato da Aldama per nascondere i suoi beni attraverso la proprietà di imprese sul territorio nazionale ed estero.”



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Luca

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