La presidente della Corte Suprema e del Consiglio Generale della Magistratura (CGPJ), Isabel Perelló, ha criticato questo venerdì che il lavoro dei giudici è “generalmente e permanentemente” messo in discussione, attribuendo loro “pregiudizi politici”, poiché tale atteggiamento “mina” la fiducia dei cittadini nella Giustizia, provocando così un grave danno istituzionale.” Perelló lancia questo avvertimento in un comunicato – che non è passato alla sessione plenaria della CGPJ – due giorni dopo che il presidente del governo, Pedro Sánchez, aveva suggerito, in una conversazione informale con i giornalisti durante la tradizionale bevanda natalizia a La Moncloa, che il Il PP e alcuni giudici sono in combutta contro l’Esecutivo. Quelli popolari, ha detto Sánchez, giocano “con le carte segnate” perché sembrano avere un’informazione privilegiata quando portano avanti decisioni giudiziarie che riguardano il Governo.
La presidente della CGPJ, che nel suo scritto non cita nessuno in particolare, sostiene che “la critica all’operato dei poteri pubblici è inerente alla democrazia ed è, inoltre, un modo con cui le istituzioni possono migliorare il loro funzionamento, ma insiste su questo atteggiamento accusatorio”. membri della magistratura di essere partigiani mette a rischio lo Stato di diritto. Fonti governative assicurano a EL PAÍS che, come Perelló, l’Esecutivo condivide la preoccupazione per il “buon nome” del sistema giudiziario e “non tiene conto” degli attacchi generalizzati ai giudici citati nel comunicato.
Perelló, che venerdì parteciperà alla consegna del premio Forum Europe 2024, afferma che lo Stato di diritto “richiede che i giudici e i tribunali possano esercitare le loro funzioni basandosi esclusivamente sullo Stato di diritto, senza pressioni dirette o indirette da parte di alcun gruppo di potere. , pubblico o privato”. E sottolinea che «è proprio questa indipendenza a garantire che il potere giurisdizionale e quello politico seguano strade separate».
Pedro Sánchez, nella sua critica, ha fatto riferimento a casi come quello di Miguel Ángel Rodríguez, capo di gabinetto di Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunità di Madrid (PP), che negli ultimi tempi ha annunciato sui social network i passi che alcuni faranno prendere giudici o pubblici ministeri in casi come il complotto Koldo o quello aperto contro il Procuratore Generale dello Stato. Così, Rodríguez ha detto in un tweet del 24 settembre: “Per quanto ne so, in questo momento: Begoña sta andando avanti; il fratello va avanti; Koldo va avanti; il Procuratore Generale dello Stato va avanti; e Ábalos va avanti… Sánchez è finito”.
L’espressione “pa’lante” è una sorta di chiave per dire ai suoi seguaci chi sarà giudicato. Lo inserisce di nuovo anche quando quelle previsioni si avverano: “Stai attento, sta andando avanti, proprio come ti avevo detto”, ha twittato il 25 novembre, quando è noto un rapporto della Guardia Civil che indicava la presunta responsabilità del pubblico ministero. generale, Álvaro García Ortiz, nel caso della fuga di documentazione riservata su Alberto González Amador, compagno della presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso (PP).
Il capo di stato maggiore di Ayuso aveva fatto trapelare a diversi media mesi prima – come lui stesso aveva ammesso sui social network – la notizia che la Procura aveva offerto a González Amador un accordo conforme e poi lo aveva ritirato a causa di “ordini dall’alto”. Quell’informazione si rivelò falsa: la realtà era che l’accordo di conformità era stato richiesto in primo luogo dal compagno di Ayuso per evitare la pena detentiva riconoscendo il reato e pagando una multa. Lo si è saputo attraverso la pubblicazione di una e-mail della difesa di González Amador alla Procura, e la presunta fuga di notizie ai media di quella e-mail è ciò che ha portato l’Ordine degli Avvocati e lo stesso González Amador a sporgere denuncia contro la Procura. La Corte Suprema ha accusato di questo il procuratore generale, per la prima volta nella storia della Spagna.
L’inchiesta su Begoña Gómez è un altro esempio, secondo il Governo, di come alcuni giudici si associano in qualche modo al PP per attaccare Pedro Sánchez: il magistrato Juan Carlos Peinado, nonostante due rapporti della Guardia Civil che non vedevano prove di alcun crimine, mantiene l’accusa contro la moglie del presidente del governo di traffico d’influenza, corruzione negli affari, appropriazione indebita e intrusione professionale.