Il presidente del Consiglio nazionale dei segretari di pubblica sicurezza (Consesp) ha affermato che il decreto del presidente Lula (PT) – che limita l’uso delle forze di polizia – è “contrario” a quanto visto nelle strade. Avelar è Segretario della Pubblica Sicurezza per il Distretto Federale.
Nel testo firmato da Lula si afferma che le armi da fuoco possono essere utilizzate solo quando altre risorse “di minore intensità non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi legali previsti”.
Tale utilizzo non è ritenuto legittimo nei confronti di persona in fuga disarmata; che non comporti un rischio immediato di morte o lesioni agli agenti di polizia o a terzi; e contro un veicolo che non rispetta il blocco della polizia sulle strade pubbliche, tranne quando esiste il rischio di morte o lesioni.
“Il decreto è andato controcorrente, forse perché è stato emanato poco dopo la diffusa diffusione di immagini di violenza da parte della polizia a San Paolo. Si scopre che queste immagini sono crimini palesi, non hanno nulla a che fare con l’uso progressivo della forza. Questi sono casi che devono essere risolti dagli organi degli affari interni e dal sistema di giustizia penale”, ha detto Avelar CNN Brasilequesto venerdì (27).
“Il governo federale deve prendere coscienza della realtà degli Stati, di cosa sia realmente la sicurezza pubblica, pena continuare a fare affidamento sugli atti commessi da alcuni cattivi agenti di polizia per guidare le azioni di quelli buoni, che sono la stragrande maggioranza . Ciò intimidisce le istituzioni e rende i criminali sempre più audaci. Il più grande sconfitto, ancora una volta, è la società”, ha aggiunto.
Il deputato vuole sospendere il decreto
Il presidente del Fronte parlamentare agricolo della Camera dei Deputati, Pedro Lupion (PP-PR), ha presentato un Progetto di decreto legislativo (PDL) per sospendere gli effetti del decreto firmato dal presidente Lula (PT).
Secondo il parlamentare il decreto rappresenta “un grave attacco al Patto federativo perché interferisce con l’autonomia degli Stati brasiliani”.
Il governo nega che il decreto sia stato emanato a porte chiuse
Mercoledì (24), dopo le critiche di governatori e parlamentari, il segretario nazionale della Pubblica Sicurezza, Mário Sarrubbo, ha affermato che il decreto non è stato emanato a porte chiuse.
Secondo Sarrubbo il decreto “non è stato creato a porte chiuse” e la preparazione del documento “ha avuto la partecipazione delle forze dell’ordine”.