Il PP e gli Junts concordano sulla fine dell’imposta sulla produzione di elettricità | Economia
Il PP e gli Junts hanno assestato un duro colpo al governo dopo aver raggiunto un accordo per abolire l’imposta sulla produzione di elettricità in Spagna, un’imposta che rappresenta tra 1.000 e 1.500 milioni di euro di entrate all’anno. Lo ha fatto dopo che il leader del partito sovranista catalano, Carles Puigdemont, ha invitato il presidente del governo, Pedro Sánchez, a sottoporsi ad un voto di fiducia e ha condizionato il sostegno ai Bilanci al rispetto degli accordi raggiunti. Inoltre, sono in corso trattative con il Ministero delle Finanze per definire l’estensione della tassa sull’energia, la cui approvazione è stata lasciata fuori dalla riforma fiscale raggiunta al Congresso due settimane fa, e che ha ottenuto l’approvazione di Junts.
Il partito che guida l’opposizione e quello catalano, che in più occasioni ha sostenuto l’Esecutivo, hanno concordato di inserire nella relazione di presentazione del disegno di legge sullo scambio dei diritti di emissione di gas serra la sospensione, a partire dal 2025, della tassa sul valore della produzione di energia elettrica (IVPEE), cifra nata nel 2013, sotto il governo di Mariano Rajoy.
La modifica, che deve ancora ricevere il via libera delle Cortes e su cui può essere posto il veto dell’Esecutivo, ridurrebbe l’aliquota fiscale dall’attuale 7% a zero, purché non vi sia un deficit tariffario. Questo è un punto chiave: dopo molti anni di squilibrio tra entrate e uscite, il sistema elettrico spagnolo negli ultimi tempi ha epurato gli eccessi, aggiungendo eccedenze e riducendo il debito accumulato. La destinazione prioritaria dell’IVPEE è stata, infatti, la riduzione di un peso storico e pesante che, però, diventerà presto storia: il debito accumulato dal sistema elettrico spagnolo punta all’azzeramento nell’ultimo tratto del decennio.
La misura, secondo i calcoli del Pp, potrebbe tradursi in un risparmio di 400 milioni per le famiglie, 500 milioni per le Pmi e 200 milioni per la grande industria. Cioè un buco di circa 1,1 miliardi di euro che il portavoce parlamentare del PSOE, Patxi López, porta a 1,5 miliardi. Per questo motivo López ha assicurato che il suo gruppo cercherà di “ribaltare” la proposta, senza fornire ulteriori dettagli sulle possibili manovre. “Il processo parlamentare continua e cercheremo di invertire questa tendenza”, ha concluso.
L’emendamento del PP e Junts, sostenuto anche da Vox, ERC e PNV, è stato approvato nonostante i tentativi del PSOE e di Sumar di sospendere la riunione di presentazione per evitare un’altra sconfitta parlamentare, secondo fonti del Gruppo parlamentare popolare. Questa iniziativa, promossa dal PP dal 2018, alleggerirà le bollette elettriche delle famiglie e delle aziende e corregge, secondo la formazione, “la politica energetica irregolare del governo di Rodríguez Zapatero”.
I gruppi hanno approvato anche un altro emendamento chiave che garantisce la continuità dell’industria della cogenerazione, sempre con il voto contrario dei due partner di governo. Entrambe le proposte sono in linea con il piano energetico presentato da Alberto Núñez Feijóo nel 2022, che mira a proteggere le famiglie e le aziende dalle sfide attuali, secondo le stesse fonti.
In attesa durante la crisi energetica
L’imposta sulla produzione di energia, come è successo con altre imposte, è stata temporaneamente congelata dal governo in risposta alla crisi energetica e dei prezzi aggravata dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Tuttavia, una volta corretta l’inflazione, l’Esecutivo ne ha promosso la graduale normalizzazione, con un progressivo recupero dei tassi abituali. Sebbene ricada sulle società elettriche, questa imposta finisce per essere trasferita quasi interamente al consumatore finale, motivo per cui negli anni dei prezzi dell’elettricità alle stelle l’Esecutivo ha scelto di lasciarla sospesa, una misura volta ad allentare il cappio sulle imprese e case.
Questa scomparsa pratica, anche se temporanea, dell’imposta ha riaperto il dibattito accademico e settoriale sulla progettazione del sistema fiscale in materia energetica, con non pochi specialisti che raccomandano di ridurre o abolire l’IVPEE per abbassare la bolletta e accelerare così l’elettrificazione. Un ulteriore incentivo, insomma, per chi opta per le auto elettriche o per l’energia aerotermica a discapito dei motori a combustione o delle caldaie a gas.
Dal PP avvertono che questa “nuova sconfitta del governo”, che dimostra la mancanza di una solida maggioranza per legiferare, potrebbe provocare nuove manovre da parte del PSOE e di Sumar per bloccare la Commissione e impedire il successo della relazione finale della presentazione . Tuttavia, sono fiduciosi che queste misure, “che godono di un ampio sostegno parlamentare”, continueranno. “Il GPP spera che, di fronte a questa nuova sconfitta che mostra l’estrema debolezza del governo al Congresso e l’assenza di una maggioranza solida per legiferare, il PSOE e Sumar non cerchino di manovrare, come hanno fatto in altre occasioni, per bloccare la richiesta della Commissione e impedire che la relazione che incorpora questi emendamenti veda la luce”, spiegano fonti del partito conservatore.