Il 31 dicembre 1967, il politico portoghese Mário Soares scrisse una lettera alla sua compagna Maria Barroso, con una di quelle classiche valutazioni dell’ultimo giorno dell’anno. Elencò gli avvenimenti che avevano segnato la loro vita in quei 12 mesi, dalla costruzione di una casa alla buona salute di suo padre, per concludere che era stato un buon anno. Erano passate settimane da quando la dittatura di Salazar aveva imprigionato Soares nel carcere di Caxias, ma il futuro fondatore del Partito socialista riteneva che ciò non mettesse in ombra il resto delle cose positive. L’entusiasmo a prova di bomba fu, senza dubbio, una delle caratteristiche salienti del politico che, come nessun altro, avrebbe segnato la storia del Portogallo democratico – come leader socialista, primo ministro e presidente – e che sarà onorato nei prossimi mesi sul in occasione del centenario della sua nascita, avvenuto il 7 dicembre 1924, con convegni e mostre, come quella dedicata alla Fondazione Serralves di Porto, per mostrare attraverso lettere e opere il suo stretto rapporto con la cultura.
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