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Il PF trova suggerimenti del generale arrestato ai deputati del CPI dell’1/8


Questura della Polizia Federale di Brasilia: operazione seguita da atto d’accusa fa pensare ad un presunto complotto per un colpo di stato.| Foto: Marcelo Camargo/Agência Brasil.

La Polizia Federale (PF) ha individuato l’8 gennaio una collaborazione tra il generale Mário Fernandes e i deputati di destra che facevano parte della Commissione parlamentare mista d’inchiesta (CPMI). Il supporto consisteva in dettagli strategici per guidarli nei dibattiti e nelle procedure dell’organo collegiale dominato dal governo. Secondo un rapporto sul portale Metropolitale materiale è stato rinvenuto su un disco rigido sequestrato nel corso delle indagini.

Fernandes, ex segretario esecutivo del Segretariato generale della Presidenza, è stato arrestato martedì scorso (19) nel quadro dell’operazione Countercoup, condotta dal PF. L’operazione indaga sul suo coinvolgimento in un presunto piano per assassinare il presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT), il vicepresidente Geraldo Alckmin (PSB) e il ministro Alexandre de Moraes, della Corte Suprema Federale (STF), alla fine del 2022, come parte di quello che sarebbe un tentativo di colpo di stato per mantenere al potere il presidente Jair Bolsonaro (PL).

Il documento, datato 16 maggio 2023, è di sole tre pagine ed è stato preparato pochi giorni prima dell’insediamento del CPMI. In esso, il generale presenta linee guida strategiche ai parlamentari, comprese “idee di potere” come: richieste di impeachment del presidente Lula, sulle accuse di ostruzione alle indagini e omissione in episodi di vandalismo in Praça dos Três Poderes; difendere il rilascio dei prigionieri detenuti dopo gli atti dell’8 gennaio; e la critica all’arbitrarietà del ministro Alexandre de Moraes, relatore delle indagini.

Il generale propone inoltre di denunciare la clemenza del governo federale durante le proteste, pur essendo a conoscenza del rischio di depredazioni. Nei confronti del PF, Fernandes denuncia gli abusi, con l’esecuzione di ordini illegali, tra cui l’arresto di 1.500 persone, con la violazione delle dovute procedure legali e della sede adeguata per gli indagati.



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