I contratti futures sul petrolio hanno chiuso in rialzo questo venerdì (13), concludendo la prima settimana di guadagni per la materia prima da novembre. Le tensioni geopolitiche, soprattutto con la possibilità di nuove sanzioni contro la Russia, hanno fatto lievitare i prezzi.
Al New York Mercantile Exchange (Nymex), il petrolio WTI di gennaio ha chiuso in rialzo dell’1,81% (1,27 dollari USA), a 71,29 dollari al barile, mentre il Brent di febbraio, scambiato all’Intercontinental Exchange (ICE), è avanzato dell’1,47% (USD 1,08 dollari), a 74,49 dollari al barile. Durante la settimana, il WTI e il Brent sono aumentati rispettivamente di quasi il 6,1% e il 4,8%.
La Russia ha lanciato un massiccio attacco aereo contro l’Ucraina questo venerdì mattina, lanciando 93 missili da crociera e balistici e quasi 200 droni, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha descritto l’offensiva come uno dei più pesanti bombardamenti contro il settore energetico del paese da allora l’inizio del conflitto.
Il governo del presidente Vladimir Putin ha esteso il divieto sulle esportazioni di petrolio ai paesi che hanno adottato un tetto massimo sui prezzi del petrolio russo, dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2025, secondo un ordine esecutivo pubblicato venerdì.
In seguito alle proiezioni pubblicate giovedì (12) dall’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), Commerzbank ritiene che alcune ipotesi relative all’offerta siano probabilmente troppo ottimistiche. Ad esempio, l’IEA considera la produzione dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) come una base significativamente più elevata rispetto ad altri osservatori del mercato.
Inoltre, la proiezione dell’AIE per il 2025 non tiene conto del rischio di un calo delle forniture di petrolio da Iran e Venezuela a causa delle sanzioni statunitensi più severe.
Se l’anno prossimo l’offerta di petrolio fosse inferiore di 1,2 milioni di barili al giorno rispetto a quanto ipotizzato dall’IEA per i motivi sopra menzionati, il mercato petrolifero non sarebbe più in eccesso l’anno prossimo se la produzione dell’OPEC+ rimanesse invariata e subirebbe carenze nella seconda metà dell’anno.
“L’OPEC+ avrebbe quindi spazio per aumentare l’offerta”, conclude la banca.
Il numero di pozzi e piattaforme petrolifere attivi negli Stati Uniti è rimasto stabile, a 482, secondo le informazioni di Baker Hughes, società che fornisce servizi al settore.
Secondo la ricerca, ogni R$ 1 investito nella sanità pubblica genera 1,61 R$ in PIL