Il pacchetto fiscale presentato dal governo federale è molto inferiore alle aspettative, secondo una valutazione dell’economista Marcos Mendes, ricercatore associato presso l’Insper.
In un’intervista al giornale WWl’economista ha sottolineato che le misure economiche sono insufficienti a contenere la crescita del debito pubblico, obiettivo principale dell’aggiustamento fiscale.
I dettagli del pacchetto di aggiustamento fiscale e dell’esenzione dall’imposta sul reddito per gli stipendi fino a R$5.000 sono stati presentati giovedì (28). Le proposte annunciate dal team economico del governo prevedono un risparmio di 70 miliardi di R$ nei prossimi due anni.
Mendes ha sottolineato che la situazione economica del Paese è preoccupante, con un debito pubblico che raggiunge circa il 78% del prodotto interno lordo (PIL), con un aumento di quasi sette punti percentuali dall’inizio dell’attuale mandato presidenziale.
“Ci troviamo in un periodo in cui il Pil è in forte crescita. In altre parole, con il PIL in forte crescita, la tendenza sarebbe quella di una diminuzione del rapporto debito/PIL. Ma anche così sta crescendo. Abbiamo già tassi di interesse reali intorno al 7%, il che dimostra la sfiducia nella solvibilità del debito”, ha avvertito il ricercatore.
Il ricercatore dell’Insper ha evidenziato anche i fattori che compromettono l’aggiustamento fiscale. Per Marcos Mendes, ci sono tre ragioni principali per cui il governo non è riuscito a presentare un pacchetto fiscale più robusto.
“In primo luogo, non c’è alcuna convinzione interna del PT [Partido dos Trabalhadores] sulla necessità di aggiustamento. Il PT fa un movimento per reagire a ciò che vede la società. In secondo luogo, da alcuni anni osserviamo uno squilibrio nelle relazioni tra il potere esecutivo e quello legislativo, con il Congresso che guadagna importanza e mostra poca preoccupazione per la stabilità macroeconomica. In terzo luogo, siamo arrivati ad un momento di esaurimento del modello di aumento della spesa finanziata dall’aumento della pressione fiscale e del debito, in vigore dalla Costituzione del 1988”.
Mendes ha sottolineato che il momento richiede la dimostrazione di un cambiamento molto serio nella politica fiscale da parte del governo, cosa che non si è verificata.
“La proposta è che il Parlamento, insieme all’Esecutivo, prendano coscienza della gravità del problema e approfondiscano le misure fiscali oltre quanto presentato”, ha concluso il ricercatore.