Il Segretario di Stato per l’Occupazione, Joaquín Pérez Rey, è intervenuto questo venerdì per spiegare come si sta sviluppando lo scudo di protezione del lavoro per le persone colpite dalla dana lanciato dal Governo e ha annunciato che quasi 1.200 aziende nelle zone devastate hanno già Hanno approfittato dei fascicoli temporanei di regolamentazione del lavoro (ERTE) per cause di forza maggiore, che colpiscono circa 16.000 lavoratori. Secondo le stime iniziali del Ministero del Lavoro, nelle regioni danneggiate e nelle aree circostanti lavorano circa 350.000 persone.
Nella sua apparizione dopo la riunione del gabinetto di crisi a Moncloa, il numero due del Ministero del Lavoro ha elogiato il fatto che le aziende scelgono di sospendere temporaneamente l’attività invece di licenziare i propri dipendenti (secondo quanto riferito, si sono registrate solo 55 risoluzioni di contratto). Pérez Rey—, ma ha anche colto l’occasione per lanciare un avvertimento alle aziende che, secondo Cadena Ser, garantiscono un passaggio sicuro ai loro lavoratori, in deroga alla legge, affinché possano andare al lavoro quando c’è allarmi arancioni o addirittura rossi. Secondo queste informazioni, il Ministero dell’Interno e della Giustizia valenciano avrebbe rilasciato centinaia di lasciapassare per i dipendenti di Mercadona, Consum, Aldi e Lidl, tra le altre aziende, affinché i loro lavoratori potessero andare al lavoro in caso di allerta di emergenza climatica.
La regolamentazione del lavoro e quella di prevenzione dei rischi sono di competenza dello Stato, ha spiegato Pérez Rey, “e in nessun caso una regolamentazione amministrativa minore (di una comunità autonoma) può mettere in pericolo il diritto alla salute e all’integrità dei lavoratori”. E ha aggiunto senza mezzi termini: “Non esistono passaggi sicuri contro la vita e l’incolumità dei lavoratori”. Per questo motivo ha avvertito le aziende di utilizzare questo tipo di giustificazioni che “saranno esaminate” dall’Ispettorato del lavoro e della previdenza sociale.
In questo senso, è emerso che la Direzione Generale del Lavoro sta predisponendo una consultazione per chiarire tutti gli elementi necessari a preservare la salute e la sicurezza dei dipendenti, nel rispetto della norma di emergenza che il Ministero aveva già approvato quasi due anni fa prima del avvisi arancioni e rossi per le questioni climatiche. Ha ricordato infatti che l’Ispettorato “ha ordini rigorosi di controllo sul rispetto della tutela dai rischi e ha già aperto 80 fascicoli e continueremo a fare di più”.
“Senza conoscere le aziende (riportate), né le loro dimensioni, né quello che fanno, nessuno può rischiare la vita andando al lavoro, nessuno può mettere a rischio la propria salute con o senza un ordine commerciale”, ha insistito Pérez Rey.
Il Segretario di Stato per l’Occupazione ha ricordato ancora una volta l’intero pacchetto di misure e aiuti che compongono lo scudo del lavoro, tra cui spiccano per l’occasione le ERTE di forza maggiore migliorate (le aziende che ne usufruiranno saranno esentate dal pagamento del 100% di contribuzione e tutti i dipendenti riceveranno un’indennità di disoccupazione maggiorata per tutta la durata dell’adeguamento pari al 70% della base normativa e non consumeranno il diritto a detta indennità in caso di future situazioni di disoccupazione); ferie retribuite non recuperabili, che in questo caso saranno interamente a carico delle aziende; e la riattivazione del piano Mecuidache prevede riduzioni di orario e salario fino al 100% per chi non può optare per le ferie retribuite.
Infine, Pérez Rey ha riferito che lunedì prossimo la seconda vicepresidente del Governo e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, e lui stesso si recheranno al punto zero della dana per iniziare a progettare la distribuzione del Piano per l’Occupazione dotato di 50 milioni di euro a favore sovvenzionare l’assunzione di manodopera per la ricostruzione delle regioni devastate dalle alluvioni.
Come spiegato, i due leader si incontreranno con le autorità regionali e locali di queste aree per “progettare insieme” i meccanismi di intervento, attraverso questo Piano per l’occupazione, volti ad assumere disoccupati registrati come in cerca di lavoro affinché detti lavori di ricostruzione siano realizzati “non appena possibile” e che la ripresa “è immediata”.