Il governo invia al Congresso il PEC dei tagli alla spesa
Il governo federale ha inviato al Congresso Nazionale, questo lunedì (2), la Proposta di Emendamento alla Costituzione (PEC) del pacchetto di tagli alla spesa preparato dal team economico e dal Palácio do Planalto.
Il messaggio inviato al Congresso è stato pubblicato in serata in un’edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale dell’Unione. Il testo della PEC stessa non è stato ancora diffuso. Il messaggio indica solo gli articoli della Costituzione che la proposta intende modificare, ad esempio.
Questo è il terzo testo nel tentativo del governo di tagliare la spesa esecutiva di 70 miliardi di R$ entro il 2026. Il pacchetto necessita ancora dell’approvazione di deputati e senatori federali. L’aspettativa di Planalto è di vedere approvati i testi entro la fine dell’anno e di raggiungere così gli obiettivi fiscali previsti.
I PEC hanno un processo specifico al Congresso. Alla Camera devono essere votati dalla Commissione Costituzione e Giustizia (CCJ) e poi, se approvati, vengono analizzati da un’apposita commissione prima di passare in plenaria, dove devono superare due turni di votazione, per esempio. Devono passare anche al Senato.
Una delle possibilità analizzate dal governo e dai vertici dei partiti era quella di associare la PEC inviata lunedì ad un’altra già in fase di elaborazione più avanzata. L’idea sarebbe quella di risparmiare tempo.
Pacchetto spesa
Dopo settimane di dibattiti sulle misure, la scorsa settimana il governo ha formalizzato il pacchetto di azioni per contenere le spese. Alla Camera dei Deputati sono già stati trasmessi un disegno di legge complementare (PLP) e una legge ordinaria (PL).
Entrambi sono firmati dal leader del governo alla Camera, José Guimarães (PT-CE). Per ordine del presidente della Camera, il deputato Arthur Lira (PP-AL), la questione sarà analizzata in una commissione speciale prima di passare alla plenaria.
I deputati possono votare anche sulle richieste urgenti per accelerare l’analisi e garantire il voto direttamente in plenaria.
La PLP inviata modifica le regole del quadro fiscale e consente il blocco degli emendamenti parlamentari fino a un limite del 15% e fino alla proporzione applicata alle altre spese discrezionali (non obbligatorie).
L’altro progetto mira a limitare la crescita dei benefici e ad effettuare una sorta di “pettine a denti stretti” nei programmi sociali, modificando i parametri di concessione delle iniziative.