La menzogna dannosa, frutto della malafede, è sempre esistita, come dice il P.T quando lo applicò contro l’allora candidato alla presidenza Marina Silva (Rede) nella campagna 2024, accusando l’attuale ministro dell’Ambiente di collaborare con i banchieri per togliere il cibo dai piatti dei brasiliani.
Lula Si rendeva conto della forza di una voce anche quando attribuiva lo slogan dell’“eredità maledetta” al governo del suo predecessore.
Pertanto, per quanto riprovevole possa essere il gioco scorretto, non si può dire che la zingara lo abbia ingannato circa l’eventualità di vedere fronteggiando una feroce opposizione e senza vincoli morali.
Se ci si aspettava l’atmosfera dolce dell’epoca in cui il suo avversario era il PSDB, Lula mostra un grave difetto nel radar da sempre celebrato come uno dei più acuti della Repubblica. O non sapeva con chi aveva a che fare oppure si è sopravvalutato, che è l’ipotesi più probabile.
Il dubbio conta meno della certezza che il presidente non si sia preparato adeguatamente al suo terzo mandato. Ha ignorato la realtà sia dal punto di vista dei cambiamenti nella società sia dal punto di vista del confronto con gli avversari.
O recente episodio di Pix —scarsamente comunicato e anche peggio annullato– è la sintesi di questa storia in cui un’istruzione burocratica dell’IRS si trasforma in una crisi che mette a nudo la fragilità di un governo pieno di strumenti di potere, ma incompetente nel maneggiare le armi.
Una correzione di rotta potrebbe iniziare cercando una risposta alla seguente domanda: perché le persone sono più disposte a credere meno nel Presidente della Repubblica che in un deputato sigillante, il cui pregiudizio caricaturale lo ha già fatto salire allo stand con una parrucca bionda ridicolizzare le persone trans?
I trucchi attirano, ma non fanno il lavoro da soli. Hanno bisogno dell’aiuto di un terreno fertile per prosperare. In questo caso, la mancanza di fiducia seminata da un governo che non sa sfruttare i vantaggi di questa situazione.
Per complicare le cose, parla ai membri del gruppo “noi” e lascia quelli compresi nella categoria “loro” alla fortuna dell’opposizione, alla quale è riservato un trattamento di cittadini di seconda classe.
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