Il governo conta già, dietro le quinte, sulla giurisprudenza della Corte Suprema Federale (STF) come fattore di pressione per approvare al Congresso Nazionale il punto più controverso del pacchetto di misure economiche: l’esenzione dall’imposta sul reddito per i lavoratori con redditi fino a R $ 5.000 al mese e la tassazione dei “super ricchi”.
In termini generali, il team economico stima che la tassazione di coloro che guadagnano più di 50.000 R$ al mese (600.000 R$ all’anno) compenserà completamente, in termini di bilancio, le esenzioni fiscali con l’aumento dell’esenzione dall’imposta sul reddito.
Uno dei timori del mercato, tuttavia, è che solo la “bontà” (l’esenzione dall’imposta sul reddito fino a 5.000 R$) venga approvata dal Congresso. E che la maggiore tassazione sui “super-ricchi”, la parte “cattiva” della storia, venga bloccata o svuotata in sede legislativa.
Ecco il “doppio” dell’Esecutivo con la Magistratura. Il governo guarda al Tribunale federale (STF) come a una sorta di garante di entrambe le misure contemporaneamente. Perché?
Per rispondere è necessario ricordare la telenovela dell’esenzione dall’imposta sui salari, prorogata dal Congresso fino al 2027 e poi posta il veto dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT). Il veto è stato revocato e si è verificata una situazione di stallo, con i parlamentari che hanno bloccato le misure compensative suggerite dal governo.
Poi è arrivata una decisione della FST che ha cambiato il corso della discussione. La Corte Suprema ha definito che le nuove spese o esenzioni devono essere interamente compensate. La telenovela si è conclusa solo quando Camera e Senato hanno indicato da dove sarebbero arrivati i soldi per pagare l’esenzione per un periodo più lungo.
Per gli assistenti presidenziali vale ora lo stesso ragionamento: se il Congresso approverà la “bontà” (esenzione dall’imposta sul reddito fino a 5.000 R$) e respingerà il “male” (tassazione dei super-ricchi), il governo conterà sulla STF per dire che questo non si può fare, che questo non si può fare. Che sia sempre necessario segnalare compensazioni per nuove spese o esenzioni fiscali.
Alla fine, si tratta di far agire il governo adesso, calcolando con un piccolo aiuto da parte della Corte Suprema, domani.