Il Ministro della Trasformazione Digitale e del Servizio Pubblico, Óscar López, ha concordato questo mercoledì con i sindacati di dare ai dipendenti pubblici (compresi quelli delle classi passive) la possibilità di un pensionamento parziale. In un incontro con i responsabili dei Servizi Pubblici dell’UGT e dell’Area Pubblica delle CC OO, l’Esecutivo ha concordato con loro che la misura si applica anche al personale statutario. Questo tipo di pensionamento, che consente di effettuare una riduzione dell’orario di lavoro compatibile con la riscossione proporzionale della pensione per le ore non lavorate e che rispetta la riscossione della prestazione totale al momento dell’accesso al pensionamento completo, è stato vietato per queste categorie dal governo del PP nel 2012, nel quadro degli aggiustamenti di bilancio da esso effettuati.
Tuttavia, non è ancora noto quando i dipendenti pubblici potranno accedere a questo pensionamento, poiché è necessario apportare modifiche legislative. In questo senso, CC OO e UGT hanno assicurato che “spetta ora al Governo promuovere, con agilità, le modifiche normative necessarie affinché l’accordo diventi realtà”. E hanno aggiunto che l’impegno del governo nei confronti dei sindacati è che questa riforma venga elaborata “il più presto possibile”.
Le regole da modificare affinché i funzionari e il personale statutario dei Servizi sanitari pubblici (quelli trasferiti dalla sanità statale alle comunità autonome) possano accedere al pensionamento parziale sono tre. Si tratta, secondo quanto riferito dai sindacati, dello Statuto Base del Dipendente Pubblico; la Legge Generale sulla Previdenza Sociale, che regolerà l’età, i contributi e il grado di riduzione dell’orario di lavoro; e la Legge sulle Classi Passive, che si riferisce fondamentalmente ad alcuni dipendenti dell’Amministrazione Generale dello Stato, nonché al personale della Sicurezza e della Giustizia.
Ciò su cui hanno già concordato mercoledì è che questo tipo di pensionamento preveda contratti di sostituzione, “che consentano l’ingresso di personale giovane in posti di lavoro pubblici stabili e di qualità”. A tal fine, l’accordo prevede che l’operaio umanitario che sostituisce qualcuno che va parzialmente in pensione “sarà sempre un funzionario di carriera o statutario a tempo indeterminato”. Inoltre, aggiungono, “saranno garantiti i posti necessari a coprire i pensionamenti parziali”.
L’accordo si presenta come preludio al negoziato che il Governo dovrà aprire con i sindacati del servizio pubblico per affrontare l’aumento salariale degli oltre tre milioni di dipendenti pubblici a partire dal 2025. Il 31 dicembre l’accordo Accordo quadro per un’amministrazione del 21° secoloche CC OO e UGT hanno concordato con l’Esecutivo per il periodo 2022-2024 e che ha comportato un aumento salariale cumulativo del 9,5%.
Il sindacato dei dipendenti pubblici della CSIF, che non ha firmato questo accordo perché lo considerava insufficiente, ricorda che oltre al prossimo aumento salariale, il governo deve ancora approvare la prossima offerta pubblica di lavoro. E bisogna anche tenere conto dello stato dei processi di stabilizzazione dell’occupazione per rispettare l’impegno della Spagna nei confronti di Bruxelles di non superare l’8% di assunzioni temporanee alla fine di quest’anno, cosa che questo sindacato assicura non si realizzerà.