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Il giudice respinge la richiesta del candidato della Rubrica fuori rete di rimuovere contenuti – 13/11/2024 – Power


La corte ha negato il richiesta dell’attuale candidato alla presidenza della OAB-SP, avvocato Leonardo Sica, di rimuovere contenuti su WhatsAppche nella decisione è stata classificata come “eccessivamente ampia e soggettiva”.

Attuale vicepresidente dell’ente, Sica aveva chiesto che tutti i messaggi relativi ad una denuncia venissero rimossi violenza domestica del 2010.

In una decisione di mercoledì (13), il giudice Ana Carolina Gusmão de Souza Costa del 5° Tribunale Civile di San Paolo ha respinto la richiesta di rimozione, che era stata presentata con urgenza.

Affermava di non vedere elementi per prendere una decisione immediata, prima che la controparte fosse stata integrata nell’azione. La causa è stata intentata contro Facebook: sia il social network che l’app di messaggistica appartengono alla stessa società, Meta. Ha inoltre respinto la richiesta che il processo si svolgesse in segreto.

UN Foglio ha contattato il consulente del candidato, che non ha ancora commentato la decisione.

Nel 2010 Sica fu accusato dall’allora moglie di averla aggredita nel bel mezzo di un processo di separazione. Ha presentato una denuncia alla polizia, ma il caso non è andato oltre.

Nel processo avviato lunedì (11), Sica ha sostenuto che vengono diffusi contenuti adulterati e diffamatori da parte del Whatsappcon dati personali su di lui e sulla sua ex moglie.

Secondo il giudice, come risulta agli atti, “non vi è alcuna notizia manifestamente falsa o evidente sconnessione tra i fatti accertati e quelli riflessi” nei messaggi evidenziati da Sica nel ricorso.

Ha parlato inoltre di “un fatto pertinente al dibattito politico, la cui interpretazione e valutazione spetta agli elettori e non ai candidati”, aggiungendo che “la stessa entità di classe ha proibito addirittura la registrazione di coloro che praticano violenza domestica, “indipendentemente dal caso penale'”.

Nella causa intentata contro Facebook, Sica afferma che l’episodio relativo alla denuncia è stato riportato alla luce “in modo decontestualizzato e diffamatorio, al fine di generare incertezza sulla sua natura, onore e moralità”. Afferma inoltre che il caso “non ha portato ad alcuna condanna penale” e che c’è l’intenzione di indebolire la sua candidatura alla presidenza della sezione di San Paolo del Rubrica fuori rete.

“Questo bollettino riporta una discussione tra l’autore [Sica] e la sua ex moglie, avvenuto nel 2010, in cui ci fu un dissidio culminato in una denuncia alla polizia. Il caso però è stato debitamente chiarito e non ha portato ad alcuna condanna penale”, si legge nella prima richiesta di Sica.

Ha inoltre chiesto che sia “vietata la condivisione di messaggi diffamatori o falsi” che lo riguardano nei gruppi e nelle chat private di WhatsApp.

Secondo il giudice di primo grado qualsiasi sensazionalismo o linguaggio eccessivo, anche se a volte deprecabile, “non implica, di per sé, un’offesa all’onore”.

“Anche se, ipoteticamente, si presume che l’attuazione sia tecnicamente fattibile, la concessione di un provvedimento ingiuntivo, così come formulato, implicherebbe, indirettamente, un vero e proprio dissolvimento editoriale di dubbia costituzionalità, rappresentando, per vaghezza e imprecisione, un rischio rilevante per le persone potenzialmente manifestazioni per la libertà di espressione”, ha affermato.

Su richiesta di Sica erano state riprodotte immagini di messaggi WhatsApp che mescolavano estratti rapporto pubblicato in Foglio sull’argomento insieme ad altri contenuti e commenti aggiuntivi.

Il suddetto rapporto riportava che Sica aveva presentato una denuncia penale contro l’avvocato di uno dei partiti di opposizione alle elezioni, dopo aver menzionato l’accusa di violenza domestica.

“Ancora una volta, i miei avversari cercano di riesumare questo punto già superato per ottenere vantaggi politico-elettorali, con l’unico obiettivo di manipolare lo scenario a proprio vantaggio. Per confrontare i miei avversari contro questo tentativo, l’unica risposta è chiedere giustizia per difendere l’integrità di tutte le persone coinvolte”, ha dichiarato Sica.

UN Foglio Ha anche cercato su Facebook di commentare la richiesta dell’avvocato, ma non c’è stata ancora risposta.



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